“C’è una eloquente relazione tra l’incremento dei turisti a Napoli e l’ufficio querele annunciato dal sindaco. A Napoli è in corso il carnevale dell’anarchia, la rinuncia dichiarata a qualunque forma di governo e l’esaltazione dell’improvvisazione. Una sorta di collettiva ora di ricreazione.

Che produce effimeri sollievi e corali forme di esaltazione. Come se, assuefatti alla difficoltà di avere un governo, i napoletani si siano rassegnati a nessun governo. Normale che una condizione così ecciti l’immaginario ludico dei turisti alla ricerca di “esperienze”, specie se esse confermano i luoghi comuni più diffusi”. E’ il commento del deputato Giuseppe De Mita, segretario regionale dell’Udc della Campania. “Normale – aggiunge De Mita – che una condizione così vada difesa nella sua originalità: querelare chi utilizza il luogo comune significa considerare il luogo comune come elemento costitutivo della realtà, e dunque come cosa vera. Tutto molto stravagante, si potrebbe dire tutto molto “napoletano”, appunto. Nell’età dell’adolescenza l’ora di ricreazione è tutto. Quello che c’è prima e dopo non conta. L’ora di ricreazione però finirà. Prima o poi suonerà la campanella. E normalmente non è Lucignolo a dover fare i conti per le bravate”. “Un po ci dispiace dirlo, perché so che sembreremo guastafeste, ma non ci faremo suggestionare dal corteo di carnevale – conclude il deputato Udc – Esiste una realtà di emarginati da riscattare che non vogliamo lasciare al luogo comune dei soliti lazzari napoletani”.

 

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