“Questo bilancio previsionale 2017-2019 è la rappresentazione del fallimento dell’amministrazione de Magistris, smaschera tutte le bufale che ha raccontato il sindaco e pone una seria ipoteca sul rilancio di Napoli”, afferma la deputata e consigliera comunale del Pd Valeria Valente. “Anche gli alibi che l’assessore al Bilancio ha cercato di costruire nella sua relazione introduttiva non reggono: il Comune di Napoli ha subito quest’anno una riduzione dei trasferimenti statali praticamente inesistente (13,5 milioni sono circa l’1% dell’ammontare generale dei trasferimenti) rispetto ai 343 milioni avuti dal fondo perequativo nazionale, quasi il doppio rispetto a Roma (183 milioni) e Torino (179) e che in virtù della progressiva sostituzione dai costi storici ai costi standard aumenteranno sempre di più nei prossimi anni. Alla faccia dell’autonomia finanziaria che de Magistris sbandiera come uno slogan vuoto: sotto la sua amministrazione, la dipendenza della città dai trasferimenti statali è aumentata e aumenterà sempre di più. Il problema non sono quindi le risorse che lo Stato ha trasferito e trasferisce a Napoli, ma il modo in cui il Comune le ha gestite e le programma”. “La Giunta Comunale ci consegna infatti un documento contabile che certifica in questi anni lo spreco di un mare di risorse pubbliche a fronte di una quantità enorme di sacrifici chiesti ai napoletani, per ritrovarsi oggi punto e d’accapo, anzi peggio. I servizi essenziali, dai trasporti al welfare, sono fortemente peggiorati e del reddito di cittadinanza promesso in campagna elettorale non c’è nessuna traccia, se non la scomparsa dell’esenzione delle aliquote aggiuntive anche per le famiglie povere che doveva servire a compensare la spesa aggiuntiva. Ma le aliquote sono aumentate, mentre il reddito di cittadinanza non è stato varato: dopo il danno, da de Magistris arriva anche la beffa ai cittadini che stanno peggio. A farne ulteriormente le spese sono sempre e solo i più deboli: il Comune di Napoli con questo bilancio taglia ben 87 milioni di fondi, stiamo parlando di risorse comunali e non di trasferimenti da altri enti, per il sociale, ma lascia inalterati i costi per l’organizzazione delle segreterie politiche”. “A cinque anni dall’adozione del piano di rientro, le cifre fondamentali del bilancio contabile del Comune di Napoli non sono cambiate: circa 800 milioni di disavanzo e 2 miliardi di residui attivi, a fronte di una capacità di riscossione delle entrate da parte dell’ente che è letteralmente crollata. Tutto questo mentre Palazzo San Giacomo ha ricevuto risorse aggiuntive per 1.4 miliardi dallo Stato tra il 2013 e il 2014 (1.163 mld di anticipazione della liquidità per i pagamenti ai fornitori e 235 mln dal fondo di rotazione del pre-dissesto). A dimostrazione che il piano di rientro aveva una effettiva sostenibilità ed era la scelta giusta, ma è stata attuata nel peggiore dei modi dalla Giunta arancione. Terminati gli effettivi positivi dati dal sostegno finanziario, sono venute fuori le magagne e le inefficienze dell’amministrazione de Magistris, che ha peggiorato i servizi e non ha minimamente ridotto gli sprechi, né oggi propone una gestione finanziaria virtuosa. Dopo averla disconosciuta ad agosto scorso, oggi de Magistris torna a proporre la dismissione del patrimonio immobiliare per fare cassa. Nella proposta di bilancio è previsto l’abbattimento del disavanzo contabile di 414 milioni necessario all’equilibrio finanziario attraverso un piano di vendita degli immobili di oltre 300 milioni di euro, tra cui Palazzo Fuga, Palazzo Cavalcanti e altri edifici di pregio, oltre alla cessione delle quote di Gesac e alla privatizzazione della rete urbana del gas. È una previsione di entrate tutta teorica, quasi certamente sovrastimata e che in ogni caso il Comune ha già dimostrato di non essere in grado di garantire. Siamo perciò di fronte al rischio che si approvi un bilancio ancora una volta totalmente sbagliato e che questa volta non avrà prove d’appello, con conseguenze disastrose per Napoli. Per questo non è possibile votarlo e mi aspetto dalla maggioranza un supplemento di riflessione ora che siamo ancora in tempo”, conclude Valente.