Matteo Renzi scopre le carte. E di fatto commissaria il Pd campano in vista delle elezioni regionali. Dai vertici nazionali parte un diktat inequivocabile. Lo scandisce a chiare lettere Lorenzo Guerini: “Il partito deve mettere in campo la migliore squadra e superare la conta De Luca-Cozzolino”. Il “braccio armato” del premier avverte i dirigenti regionali: “La fissazione della data delle primarie, dei nomi ora in campo non esauriscono il lavoro del partito tra Roma e Napoli. Altrimenti dovremmo limitarci al fischio d’inizio”. In altre parole, Enzo De Luca e Andrea Cozzolino non sono graditi al capo del governo. Com’era ampiamente prevedibile. Ma con l’intervento di Guerini l’altolà di Renzi è ufficiale. “Le primarie – dice il vicesegretario dei Dem – sono uno strumento previsto dal nostro statuto. Una competizione in cui si scelgono i candidati dopo una valutazione con il livello regionale e nazionale. La Campania è la regione più importante e significativa che va al voto l’anno prossimo: nulla può essere lasciato al caso”. Insomma, va bene la retorica delle primarie, ma per scegliere il nome del candidato presidente serve il via libera romano. Altrimenti non se ne fa niente. E tutte le decisioni saranno assunte dal capo dei capi. Cioè Renzi. Che ha adottato l’infallibile strategia Romana (quella dell’Impero): divide et impera. Prima ha fatto scannare a morte le diverse anime del Pd campano e ora, dopo aver atteso sulla riva del fiume che passasse il “cadavere” dei nemici (Cozzolino e De Luca), ha “democraticamente” commissariato il partito. Del resto il padre-padrone dei Dem non avrebbe mai consentito che la partita delle primarie fosse giocata da due candidati non allineati. Guerini lo ha detto chiaramente: “In Campania nulla può essere lasciato al caso”. Cosa vuol dire? Due cose. La prima: non decide il gruppo dirigente regionale. La seconda: il nome dell’aspirante governatore dovrà uscire dalla covata del premier. Ed ecco che si creano le condizioni per imporre Pina Picierno. Per usare un’espressione di Sgarbi, quale candidato migliore della “cameriera” di Renzi? Nessuno. Nel Veneto si sta proponendo lo stesso schema con la sponsorizzazione di Alessandra Moretti, anch’ella della servitù renziana. Quindi la Picierno sarebbe l’ideale. Per dirla con Totò la “serva serve”. Ma la ricetta del premier potrebbe risultare troppo indigesta ai vertici e alla base dei Democrat campani. Nessun problema. E’ già pronto il piano B. Candidare una “figura di alto profilo”. L’importante è far fuori De Luca e Cozzolino. Loro non “servono”.
Mario De Michele