CASERTA – “Dalla provincia di Caserta è nato, con i progetti terapeutici riabilitativi sostenuti da budget di salute, un modello sociosanitario di avanguardia che é anche la linea rossa che tiene insieme le migliori esperienze di riutilizzo dei beni confiscati e che, finalmente, diventa patrimonio comune di tutta la Campania”: lo afferma il Presidente della Commissione Regionale sui Beni Confiscati Antonio Amato commentando l’emanazione delle linee guida che regoleranno i Progetti Terapeutici Riabilitativi (ptri) sostenuti da budget di salute.
“L’emanazione delle linee guida per i ptri rappresenta un atto di grande importanza, e questo strumento sociosanitario, se ben usato, potrà garantire importanti risultati in termini di garanzia del diritto dei soggetti deboli e risparmio economico nel comparto sanitario. Inoltre si rafforzano le esperienze che sui beni confiscati, anche grazie a questo strumento, in territori come Casal di Principe, San Cipriano, Sessa Aurunca, stanno determinando un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo che parte proprio da quanti troppo spesso sono considerati gli ultimi e gli esclusi. E’ stata una dura battaglia che, innanzitutto con il collega Gennaro Oliviero, si é combattuta per due anni al fianco di quanti chiedevano solo di valutare i risultati raggiunti. Abbiamo lottato soprattutto contro l’inerzia delle istituzioni, dell’ASL, degli ambiti territoriali ma anche della politica. Abbiamo dovuto anche incatenarci più volte in consiglio perché questo strumento partito in via sperimentale nella ex ASL Ce2 non venisse addirittura soppresso. Oggi finalmente viene normato e diventa patrimonio comune di questa regione. E’ la straordinaria vittoria – afferma Amato – di quanti, utenti, operatori, cooperative, associazioni, hanno portato avanti un modello che mette la Campania all’avanguardia. Scontiamo un po’ di ritardo ma è importante che oggi, finalmente, persone che vengono dalla salute mentale, dal disagio e dalla disabilità possano avere un’alternativa di cura che consente la piena restituzione alla cittadinanza superando logiche assistenzialistiche e di internamento”. “Ed è pure – conclude il presidente della commissione – un ulteriore validissimo strumento per rafforzare il riutilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati, e quindi combattere le mafie. Per questo lo abbiamo inserito anche nella legge regionale sui beni confiscati. Sarebbe bello che a questa buona notizia seguisse un altrettanto buona nuova sulla questione dei Felicioni a Trentola Ducenta, per la quale continuiamo a sperare in un ravvedimento dell’amministrazione comunale, ma per la quale abbiamo anche già chiesto in via ufficiale un intervento diretto del Prefetto di Caserta”.
Sulla questione è intervenuto anche Gennaro Oliviero, capogruppo del Psi in consiglio regionale: “Sono emozionato, finalmente abbiamo donato giustizia ai necessari processi di inclusione sociale di ampie fasce sociali deboli della Nostra Regione. Il mio sguardo va soprattutto a chi da ben dieci anni, con grande sacrificio e coraggio, ha creduto in questa meravigliosa metodologia la quale ha prodotto grandissimi risultati, descritti e pubblicati, partendo dal controllo della spesa sociale determinando un consistente risparmio e, quello che più conta, ha permesso di riabilitare e curare persone gravemente ammalate, facendole partecipare direttamente ai processi di cura e riabilitazione – spiega – Un modello innovativo di welfare, unico ad essere legiferato in Italia, il quale ha permesso, nella provincia di Caserta, di incrementare il capitale sociale della legalità estendo i benefici anche per coloro che hanno operato riutilizzando socialmente i beni confiscati alla criminalità organizzata”. “A tutt’oggi sono 1.200 le persone che nell’Asl di Caserta, accedendo a questo metodo, possono vivere a casa loro, a volte fornita in solido dal cogestore stesso, ad un costo per il sistema sanitario regionale irrisorio confrontato a quello che veniva precedentemente erogato e che sarebbe stato necessario e inevitabile senza questo metodo”, sottolinea. “Il Ptri sostenuto da BdS, dunque, ha funzionato. Con le linee guida da adottare – conclude Oliviero – il sistema pubblico andrà a garantire regia e risorse professionali, umane ed economiche del pari del cogestore il quale le orienterà a garantire e fornire un habitat qualitativo per le persone mettendo in relazione quattro fondamentali elementi: casa, formazione, lavoro e l’affettività. Sono questi ultimi prodotti, indispensabili per garantire e rendere efficaci i tanto declarati Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)”.