“La seduta della Commissione regionale Sanità, convocata per individuare una soluzione per debellare la chiusura dei punti nascita di Polla, Sapri e Piedimonte Matese, si è trasformata nell’ennesimo show per la maggioranza di fronte agli occhi allibiti di sindaci, medici e rappresentanti sindacali che, come noi, avevano come unico obiettivo l’interesse dei cittadini. Di fronte alle proposte e alle soluzioni rappresentate da amministratori e addetti ai lavori, abbiamo ascoltato citazioni di Gattuso e gratuiti attacchi al nostro Governo tesi a mascherare l’unica verità possibile. Ovvero, che se ci troviamo a dover fare miracoli per salvare i tre punti nascita è solo per effetto di una programmazione totalmente inesistente in tre anni e mezzo di governo regionale. In una Regione nella quale su 56 punti nascita appena sei rispondono agli standard di legge e dove non si è fatto nulla per implementare la rete dell’emergenza materno-infantile, presidente e maggioranza si mettono a fare il gioco delle tre carte. Scaricando responsabilità sul Governo, laddove la valutazione spetta invece a un organismo tecnico che si limita a verificare la coerenza della richiesta rispetto agli standard di legge”. Così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino e Michele Cammarano.
“Così come ci siamo attivati per la permanenza del pronto soccorso di Sant’Agata – proseguono Ciarambino e Cammarano – costringendo De Luca a fare marcia indietro, lo stesso abbiamo fatto con i tre punti nascita, chiedendo conto al ministero e apprendendo che la richiesta partita dalla Regione non rispettava i requisiti e gli standard per poter consentire una diversa valutazione. Noi continueremo a seguire la vicenda col massimo interesse e a fare tutta la nostra parte, avendo ricevuto dal Ministero la garanzia che se la nuova richiesta dovesse essere conforme ai requisiti previsti dalla legge, non ci sarà alcuna preclusione a poterla accogliere. Se De Luca ha davvero a cuore la permanenza dei punti nascita, auspichiamo a questo punto che faccia una programmazione che contenga requisiti organizzativi, strumentali e di garanzia per la sicurezza di donne e dei bambini, mettendo il ministero nelle condizioni di poterla approvare. In caso contrario, non solo la responsabilità sarà soltanto sua, ma darà credito ai sospetti che dietro la volontà di presentare una richiesta farlocca, ci sia una precisa strategia tesa a chiudere i tre punti nascita magari per favorire le cliniche private”.