NAPOLI. “Fortunato? Sbaglia nella forma e nella sostanza”. Così il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del Gal, eletto in Campania nelle liste del Pdl-FI, replica all’esponente del gruppo “Caldoro Presidente” che, in una nota, parlava di “difficile alleanza” tra De Luca e lo stesso D’Anna, in vista delle prossime regionali. “Nella veste di ventriloquo di Stefano Caldoro – spiega D’Anna – il consigliere Giovanni Fortunato attacca polemicamente, com’è nella fisiologia della dialettica politica, Vincenzo De Luca, probabile candidato governatore del centrosinistra alle prossime regionali tirando in ballo l’inesistente categoria politica dei cosentiniani che, a suo dire, sarebbe già disponibile a correre in suo soccorso”. “Pur ritenendo non spregiativo il termine ‘cosentiniano’ – sottolinea ancora D’Anna – se riferito a colui che portò il centrodestra in Campania a vincere tutte le competizioni elettorali, devo precisare a Fortunato che questa categoria non esiste. Ne permane traccia solo nei teoremi, ancora oggi senza riscontri fattuali, elaborati dai magistrati per tenere Nicola Cosentino in carcere accreditandone in tal modo la presunta colpevolezza”. “Viceversa – prosegue il senatore del Gal-FI – esiste ed opera, in Forza Italia, una nutrita schiera di parlamentari, consiglieri regionali, sindaci ed amministratori locali impegnata a sostenere ed a condividere le tesi di Raffaele Fitto all’interno del partito di cui è leader indiscusso Silvio Berlusconi. E si tratta dello stesso segmento che reclama l’indizione delle primarie per la scelta dei candidati alle prossime elezioni regionali come loro fonte di legittimazione. Cosa che credo non sia gradita né a Fortunato, né al suo dante causa i quali, pur disponendo del beneplacito di un partito del tutto evanescente in Campania, temono il responso che verrebbe dalle primarie, ovvero la mancata ratifica delle proprie candidature”. “Quanto a Vincenzo De Luca – conclude il senatore – credo che il sindaco di Salerno non abbia bisogno di supporti esterni, né di indebite ingerenze per la battaglia che conduce all’interno del suo partito. Battaglia, ci tengo a dirlo, cui assistiamo con attenzione e rispetto. Quell’ attenzione e quel rispetto che, nel corso della gestione Caldoro, sono puntualmente mancati nei confronti di tutti colori i quali (pur avendo contribuito alla vittoria del centrodestra), non erano annoverati nella ristretta conventicola di ex, post o vetero socialisti”.