NAPOLI – Blocco delle prestazioni per circa 700 centri sanitari privati convenzionati con la Regione Campania. Ad annunciarlo è il sindacato dei laboratori d’analisi, Federlab. Per 24 ore, lunedì prossimo, i centri associati al sindacato incroceranno le braccia e si riuniranno sotto la Prefettura di Napoli per un sit-in di protesta.
E faranno di più i 240 centri che fanno capo all’Asl Napoli 1, i 160 dell’Asl Napoli 3 e i 40 dell’Asl Benevento: per loro il blocco andrà avanti a oltranza. Motivo della protesta sono i circa 300 milioni di crediti che ad oggi le strutture specialistiche ambulatoriali vantano nei confronti della Regione. Il quadro della situazione è stato fatto oggi in conferenza stampa dal presidente di Federlab, il parlamentare del Pdl, Vincenzo D’Anna: Secondo i dati del presidente di Federlab, l’Asl Napoli 1 ha pagamenti arretrati anche superiori ai due anni (annualità arretrate: 2009, 2010, 2011 e primi tre mesi di scaduto del 2012). Leggermente meglio la situazione nelle Asl Napoli 3 Sud e Benevento dove il ritardo é calcolato sui 15, 16 mesi. Altro problema: i tetti di spesa. Secondo D’Anna, il totale 2012 di tutte le branche sarà di oltre 390 milioni di euro a fronte di un fabbisogno che supera i 450 milioni e, quindi, uno scoperto di circa 55 milioni. Il tetto di spesa, secondo le previsioni, sarà raggiunto il 16 novembre. E le singole Asl campane, spiega il parlamentare, lo raggiungeranno in tempi diversi: a passarsela peggio l’Asl Napoli 2 e Napoli 1 che lo raggiungeranno rispettivamente il 6 e l’8 novembre, con una mancata copertura di circa 18 milioni e di circa 8 milioni. E non andrà meglio all’Asl Napoli 3 sud e all’Asl Caserta entrambe con circa 11 milioni di mancata copertura finanziaria. Sempre secondo i dati di Federlab, le specialistiche ‘Cenerentola’ saranno la radiologia e i laboratori di analisi che per il 2012 avranno rispettivamente circa 26 e 13 milioni di mancata copertura finanziaria. Una situazione che mette in ginocchio l’intero comparto privato che con il 30% delle risorse complessive garantisce il 40-45% delle prestazioni assistenziali. “La rivoluzione copernicana annunciata da Caldoro è miseramente fallita – dice D’Anna – E’ una situazione veramente folle. Non è stato chiuso o accorpato alcun ospedale inutile e ogni anno si continua ad accumulare un deficit strutturale di 300 milioni di euro”. “Gli sprechi – dice l’europarlamentare del Ppe-Mezzogiorno di fuoco, Enzo Rivellini – non sono solamente nel privato, ma principalmente nel pubblico dove continuano le consulenze, le parentopoli e la gestione poco accorta. Il diritto alla salute deve essere garantito e i tagli indiscriminati non garantiscono i Livelli essenziali di assistenza. In più le persone costrette a curarsi fuori regione costano alla Campania circa 400 milioni di euro l’anno”. Inoltre, fa notare Rivellini, sulla Regione pende anche un’altra spada di Damocle. Tra qualche mese, infatti, entrerà in vigore la normativa europea che obbliga la pubblica amministrazione a pagare entro 30, massimo 60 giorni, i propri debiti. “Mi impegno in Parlamento europeo – dice Rivellini – a presentare un’interrogazione per chiedere se la Campania è già in mora verso la Comunità europea perché non ancora si sta preparando ad applicare questa nuova normativa”. “Non è questione di soldi – conclude D’Anna – ma di come li si spende. La gestione è affidata a due o tre ragionieri e si mantengono ai loro posti quanti in passato hanno avallato il deficit di Bassolino di 10 miliardi di euro”.