“Il ‘buco’ di 1,6 miliardi di euro nel rendiconto 2013 della Regione Campania riguarda crediti, di norma, ultra ventennali cancellati perché inesigibili, operazione già in corso e completata anche in forza di una precisa norma del 2014 che ha imposto il riaccertamento dei residui, in sostanza una verifica circa l’attendibilità dei crediti e dei debiti contabilizzati”. Così Gaetano Giancane, assessore al Bilancio della Giunta Caldoro. “Nel 2010 – sottolinea – il disavanzo era ben superiore, atteso che esso era stato quantificato dagli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze in diversi miliardi e che solo una continua opera di revisione durata fino ad oggi ha permesso di ridimensionare a soli 1,6 miliardi”. “In particolare, nella relazione ispettiva ministeriale del 2010 è stato, tra l’altro, evidenziato che a fronte di un avanzo di amministrazione contabilizzato, si deve “ritenere che il disavanzo di amministrazione 2009 riclassificato debba attestarsi in un importo negativo superiore comunque ai due miliardi di euro”, precisando subito dopo che relativamente ad alcune poste “i crediti iscritti in bilancio non sono più esigibili”. “Aggiungono gli stessi ispettori, evidenzia l’assessore che “se simulassimo, come ipotesi di scuola, che la regione dovesse far fronte in un unico momento a tutte le spese vincolate per le quali ha già ricevuto i correlati finanziamenti, le risorse liquide mancanti sarebbero pari ad una cifra che si aggira intorno ai nove miliardi di euro”. “Si tratta dunque di una rilevazione del disavanzo al 31 dicembre 2013 di 1,6 miliardi di euro evidenziato nel relativo rendiconto a fronte di un buco di cassa nel 2010 di oltre dieci miliardi e di un disavanzo effettivo di almeno 5 miliardi che una sana gestione fino al 2013 ha consentito di ridimensionare enormemente, coerentemente con il principio di rendere una contabilità disastrata con enormi buchi latenti, una contabilità trasparente e soprattutto veritiera”, conclude Giancane.

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