NAPOLI – “L’invito a comparire, notificato ai consiglieri del gruppo regionale Pd, in ordine all’utilizzo delle somme relative al funzionamento dei gruppi consiliari, è, come ha anche dichiarato lo stesso Procuratore di Napoli, Colangelo, un atto necessario per mettere ciascuno in condizioni di spiegare”. E’ quanto affermano il segretario regionale del Pd, Enzo Amendola, e il capogruppo regionale dei democratici Raffaele Topo.

“Nel riaffermare piena fiducia nell’operato della magistratura – spiegano Amendola e Topo – siamo certi che i consiglieri del gruppo dimostreranno la loro estraneità a qualsivoglia uso di risorse pubbliche non coerente con il corretto svolgimento delle funzioni loro affidate dai cittadini della Campania”. “La nostra iniziativa – ricordano Amendola e Topo – in questi anni ha prodotto come risultati: la riduzione dei costi dell’Assemblea regionale, il dimezzamento delle indennità dei consiglieri, l’eliminazione di ogni altro benefit strumentale e finanziario e l’abolizione del vitalizio”. “Le risorse dei gruppi – precisano Amendola e Topo – sono sempre state utilizzate nel rispetto della normativa esistente. Nel caso specifico va sottolineato che la legge regionale del 5 agosto 1972, n. 6, prevedeva, in relazione ai fondi assegnati ai gruppi consiliari, pari a euro 1117, 34 per ogni consigliere, la presentazione da parte dei gruppi di una nota riepilogativa circa l’utilizzazione delle risorse assegnate (norma successivamente abrogata). Secondo quanto disposto dal gruppo Pd, al proprio interno, il contributo era utilizzato in quota parte per attività collettiva e in quota parte per attività di gruppo svolte dai singoli consiglieri iscritti. In media il fondo utilizzato dai singoli consiglieri è pari a 500 mensili per consigliere”. “Questa normativa – continuano Amendola e Topo – è stata cambiata dal 1 gennaio 2013. In attuazione della Legge regionale n. 38 del 24 dicembre 2012 recante disposizioni di adeguamento al decreto-legge 10 ottobre 2012, n.174, con legge regionale 38/2012 è stata prevista la presentazione del rendiconto, secondo lo schema approvato dalla conferenza Stato Regioni. La norma prevede, inoltre, la trasmissione del rendiconto alla sezione della corte dei conti”. ” Forniremo agli inquirenti – concludono Amendola e Topo – tutti i chiarimenti richiesti e necessari”.

 

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