NAPOLI. “Il piano di riorganizzazione della rete dei laboratori adottato dalla Regione Campania, in ossequio agli obblighi imposti sia dalla normativa nazionale, sia dal piano di rientro dal debito sanitario, nonché dall’abbattimento del 40% delle tariffe di remunerazione, impone alle Associazioni di Categoria atteggiamenti improntati alla serietà ed alla verità dei fatti”. Così il senatore Vincenzo D’Anna (Gal), presidente nazionale di FederLab Italia, l’Associazione di Categoria maggiormente rappresentativa dei laboratori di analisi con oltre 1.300 laboratori accreditati presenti su tutto il territorio nazionale.

“Il taglio delle tariffe proditoriamente posto in essere da un commissario ad acta – prosegue D’Anna – mette a repentaglio l’avvenire di centinaia di strutture di laboratorio, soprattutto quelle che rispondono all’effettiva dotazione dei requisiti organizzativi, tecnologici e di personale, e che ne sopportano gli oneri ed i costi imposti anche dalla esigente normativa della Regione Campania”. Per D’Anna: “l’opera di contrasto suscitata da un gruppo di laboratori e di sigle sindacali a caccia di proseliti, tende a strumentalizzare il disagio che sempre suscita ogni radicale trasformazione, ed è dettata sia dalla mistificazione delle obbligatorie norme da rispettare, sia dalla volontà di difendere l’indifendibile”. “Molti laboratori – aggiunge il leader dei laboratoristi – erogano volumi di prestazioni esigui (al di sotto della soglia minima di attività prevista dalla legge 133/2008) ed il taglio delle tariffe aggrava ancor di più la situazione rendendo incompatibili l’effettivo mantenimento dei requisiti di legge e la tutela della qualità delle prestazioni erogate all’utenza”. I consorzi e le associazioni tra strutture, per D’Anna: “rappresentano, in questo stato di cose, un’opportunità per molti di poter sopravvivere mediante economia di scala garantendo, così, requisiti e qualità delle prestazioni. Coloro che dissentono e desiderano mantenere lo status quo ante, devono spiegare su base scientifica, con quali risorse economiche intendono garantire il mantenimento dei requisiti e la qualità delle prestazioni erogate”. Per il presidente di Federlab: “la categoria di coloro che si arrangiano come meglio possono oppure utilizzano la struttura, le attrezzature ed il personale per svolgere altre attività di laboratorio non può essere nel novero delle strutture accreditate. A tal proposito Federlab chiederà alla Regione di attivare apposite commissioni ispettive per un’ ulteriore verifica che accerti la sussistenza dei requisiti e l’esclusività del personale dei laboratori che per legge deve essere minimo e dedicato all’attività svolta per conto del Servizio Sanitario Regionale”. “Per quanto riguarda i sindacati dei lavoratori, impegnati nella vertenza – conclude D’Anna – formulo l’augurio che tutelino innanzitutto i diritti del personale spesso sottopagato se non addirittura privo delle tutele e delle contribuzioni degli oneri previsti dalla legge”.

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