La crisi amministrativa si conclude con la nascita del partito degli assessori e dei consiglieri comunali. Alias, il partito del sindaco. Antonino Santillo ha ottenuto ciò che voleva. Si è dimesso per “terrorizzare” gli esponenti istituzionali. E ha fatto paura a tutti. Solo Tiziana Dirasco non si è fatta intimidire. Gloria a lei. Agli altri, chi per un motivo chi per un altro, è sopraggiunta una forma acuta di gastrite per lo spauracchio di un fantomatico scioglimento anticipato. Fantomatico perché nessuno, ma proprio nessuno, spingeva per nuove elezioni. Per una ragione temporale: si è votato appena 8 mesi fa. Immaginate la fatica per un ritorno alle urne così prematuro. E poi con quali schieramenti? Non c’era alternativa. Per chi non lo ha capito sarebbe d’uopo un ricalcolo dei neuroni cerebrali. In ogni caso la costituzione del partito del sindaco è un fatto positivo. Non ci sono più alibi. Con il funerale della politica tutto ricade sulle spalle degli amministratori. Meglio così. Si fa chiarezza. Se le cose andranno bene sarà merito di Santillo, della giunta e dei membri dell’assise. Se andranno male, i cittadini sapranno con chi prendersela. Non solo. Finirà il tiro al piccione. Non si potrà più puntare l’indice contro quel rompiscatole di Pasquale Ragozzino: “Fate voi”, avrebbe detto l’ideatore di Coraggio con un sospiro di sollievo. Addio anche alla stagione delle bugie. Finora le deficienze amministrative venivano celate dietro le forze politiche, considerate una zavorra. Adesso Santillo e company possono navigare in mare aperto. Nel prossimo civico consesso, fissato per lunedì prossimo, si apre la nuova fase. Ci sarà il battesimo ufficiale del partito del sindaco. L’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato sarà votata a larga maggioranza. Qualcuno alzerà il dito alla cieca per non averci capito nulla o per non averlo nemmeno letto. Problemi suoi. L’assetto della giunta dovrebbe restare immutato. La verifica è rimandata a dopo l’approvazione definitiva del documento finanziario. Passerà molto tempo per la navetta tra Viminale e Comune. Dopo il via libera al bilancio potrebbe arrivare un’altra splendida notizia: Salvatore Del Prete “Magò” farà il suo ingresso nell’esecutivo. Lo stimato, apprezzato e valente architetto è una garanzia. Grazie al suo contributo i problemi della città, soprattutto quelli urbanistici, saranno affrontati e risolti in un batter di ciglia. Rigorosamente all’insegna della legalità! La sua storia amministrativa parla da sé. Si spera che il qualificato professionista sia disposto a sacrificarsi. Non è mai stato attaccato alla poltrona. Quantunque anche stavolta decidesse di restare in panchina non sarebbe un dramma: nascerebbe un altro partito, quello dei tecnici, attivissimo durante il boom edilizio. Quindi niente paura: in modo o nell’altro Del Prete “Magò” darà un contributo determinante per il nuovo corso amministrativo. I cittadini già staranno brindando. Negli anni del cemento hanno avuto modo di apprezzare le sue doti tecnico-amministrative. E allora avanti tutta. Per sicurezza, consiglia qualcuno, è meglio camminare rasente muro. Ma no! Basta pessimismo. Serve una dose di fiducia. Tutto andrà bene. E tutti saranno felici e contenti. Ci penserà il partito del sindaco. Orta di Atella si trasformerà nel Paese dei Balocchi. Al posto dell’albero delle doglianze sarà piantato l’albero della cuccagna. Verrà affidato alle mani esperte di Gianfranco Piccirillo, altro comprovato paladino della legalità. Che giubilo sia in tutta la città.

Mario De Michele

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