Piero De Luca, figlio di Vincenzo, sindaco di Salerno e viceministro, annuncia di voler “scendere” anche lui in politica. Lo ha dichiarato in un’intervista a Giovanna Di Giorgio su “Il Mattino”. Il primogenito del vulcanico primo cittadino salernitano è un “renziano convinto”.

Avvocato, quanto pesa essere figlio d’arte? «In questo Paese il cognome purtroppo rappresenta ancora un vincolo per chi intenda cimentarsi in qualunque attività della vita umana, a maggior ragione in quella civile e politica. Purtroppo gli esempi non sono esaltanti e nell’immaginario collettivo essere “figli di” significa essere spesso privi di autonomia, di proprie competenze, capacità e professionalità. Per quanto mi riguarda, il cognome che porto mi dà solo una responsabilità enorme in termini di valori a esso legati: serietà, rigore, passione e dedizione totale al lavoro. Però, se mi permette…»

Certo. «Dobbiamo rompere un certo falso moralismo che spesso si vede. È determinate valutare le persone nella loro autonomia».

Uscente dall’assemblea nazionale del Pd, sta per iniziare una nuova esperienza. Che si aspetta? «L’esperienza trascorsa è stata interessante, e conto metterla ulteriormente a frutto nei prossimi anni, dando il mio contribuito per un rinnovamento che è poi quello prospettato da Renzi».

Che tipo di rinnovamento? «Rinnovamento del Pd e del Paese in generale. Rinnovamento delle tematiche e delle problematiche che il partito deve analizzare e sul quale deve riflettere. E operare proposte concrete. Il Pd deve creare un’agenda autonoma, non rincorrere altre forze politiche».

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