
Da un lato il silenzio eloquente di Franco Matacena, dall’altro le comunicazioni errate, alias bugie, ai genitori del neo assessore alla Pubblica Istruzione Giovanni Tirozzi, in mezzo Emanuela De Chiara, costretta a dimettersi da segretario generale per le minacce e le pressioni del vicesindaco Alfonso Oliva. L’amministrazione comunale non poteva gestire peggio il caso mensa scolastica. Il peccato originale risale all’insediamento dell’allora assessore alla PI Oliva. Pur avendo a disposizione un anno e due mesi per sciogliere in tempo debito il nodo della scadenza del contratto con la ditta La Mediterranea, il membro della giunta ha fatto piombare addosso agli alunni e alle famiglie l’interruzione del servizio. E invece di fare mea culpa ha assunto atteggiamenti intimidatori nei confronti della De Chiara, “rea” di non firmare il contratto con la ditta malgrado fossero trascorsi addirittura tre anni dall’affidamento dell’appalto. L’eventuale stipula infatti sarebbe stata illegittima come nel 2023 dal Consiglio di Stato con una sentenza irrefragabile.

Il promotore della lista Aversa, Italia, rappresentata in assise soltanto da Massimo Virgilio, novello appassionato di padel perché i suoi parenti, la famiglia Tulipano, vorrebbero realizzare quattro campi a ridosso del cimitero, pretendeva che il segretario generale si piegasse alla volontà politica. Come sempre la De Chiara ha mantenuto la schiena dritta e non ha perso di vista la stella polare della legalità. Apriti cielo. Oliva non ha esitato a minacciare e a rivolgersi con toni irrispettosi nei confronti del massimo dirigente del comune, spingendosi addirittura a invasioni di campo, ovvero a ingerenze, in netta violazione delle norme sulla separazione dei ruoli tra gli organi politici e quelli gestionali.

Dal canto suo Tirozzi, successore di Oliva, delegato alla PI fino allo scorso 4 settembre, è partito con il piede sbagliato. Stando al contenuto di un messaggio WhatsApp inviato ai genitori da uno dei partecipanti all’incontro di ieri della commissione mensa con il neo assessore, Tirozzi in perfetto stile italiota ha scaricato le colpe sulla De Chiara. E ha rassicurato le famiglie con una road map destituita di ogni fondamento. “Da poco ho concluso l’incontro con l’assessore Tirozzi – si legge nel messaggio di uno dei genitori presenti alla riunione – e mi è stato confermato che la mensa parte entro il 15 ottobre, al momento sarà cura della Mediterranea la distribuzione dei pasti. Tra lunedì e mercoledì partirà la gara d’appalto. L’azienda appaltatrice opererà da gennaio per 3 anni. Non era stato possibile far partire fino ad ora la mensa perché la segreteria non aveva firmato il mandato alla Mediterranea. Il dirigente, dopo le dimissioni di quest’ultima, ha dato finalmente l’ok”.

Tutto falso. Nel corso della seduta di giovedì scorso della commissione comunale Garanzia e Controllo il responsabile dell’area Servizi al cittadino Giovanni Gangi ha comunicato a tutti i componenti che il servizio mensa potrà essere svolto da La Mediterranea a patto che prima sia sottoscritto il contratto tra la ditta e l’ente, che secondo il dirigente durerebbe fino al 24 ottobre, altrimenti procederà all’affidamento diretto del servizio nelle more della gara per il nuovo appalto. E poiché l’affidamento diretto non può superare la soglia dei 140mila euro sarà possibile garantire i pasti soltanto agli alunni della scuola dell’infanzia. Secondo la tabella di marcia di Gangi i bambini delle materne non dovrebbero avere problemi fino a dicembre, in quanto a inizio gennaio 2026 il comune dovrebbe affidare, il condizionale è d’obbligo, il nuovo servizio mensa per il prossimo triennio. Per gli studenti delle elementari invece non è stato ancora trovata una soluzione. Gli alunni e le famiglie continueranno a subire forti disagi per l’interruzione del servizio. In ogni caso Gangi ha rimarcato non è disponibile a prorogare il servizio alla ditta La Mediterranea. In caso di mancata risoluzione del problema in tempi rapidi i tre consiglieri di opposizione Mario De Michele, Mauro Baldascino e Dino Carratù per limitare i danni hanno proposto di ricorrere al pranzo a sacco per gli alunni delle elementari. In ogni caso Gangi ha detto che non è disponibile alla proroga.

In base ai fatti e alla luce del messaggio circolato sui gruppi WhatsApp dei genitori ne consegue che il neo assessore Tirozzi ha raccontato frottole ai componenti della commissione mensa. Altro che questione risolta. Il grave disservizio proseguirà per un periodo ancora non definibile. Per quanto concerne la tardiva stipula del contratto va sottolineato un aspetto che strumentalmente Matacena e company nascondono. In seguito alla relazione di Gangi e della dirigente Paola Oro, per i quali ci sarebbero i presupposti per la sottoscrizione, il 23 settembre il segretario generale De Chiara ha chiesto a entrambi una serie di integrazioni. I due dirigenti hanno risposto il 26 settembre ribadendo la legittimità dell’atto, nonostante la chiara sentenza del Consiglio di Stato. Se come vogliono far credere il sindaco e gli assessori la De Chiara ha torto allora perché non stipulano il contratto davanti a un notaio? La lo legge lo consente. E ora che il segretario generale si è dimesso non hanno più alibi. Se la mensa scolastica resta al palo è esclusivamente colpa degli amministratori locali, anche perché sarebbero già stati impegnati i soldi per l’atto notarile. Ed ecco che il castello di bugie si è sciolto come neve al sole.
Nel frattempo sarebbe il caso che i consiglieri di opposizione chiedano la convocazione ad horas di una seduta monotematica dell’assise. Sulle minacce e le pressioni subite dalla dottoressa Emanuela De Chiara bisogna fare chiarezza. È una vicenda gravissima che sicuramente avrà risolti in altre sedi. I cittadini devono essere messi a conoscenza di quanto accaduto. Si chiama trasparenza.
Mario De Michele












