La gestione delle sedi farmaceutiche per le quali i Comuni hanno esercitato la prelazione viene effettuata da società private. È il pilastro attorno al quale ruota il business milionario del Consorzio intercomunale servizi sociosanitari (pubblico) e di Inco.Farma (privato). Coinvolti 24 enti locali: Acerra, Afragola, Caivano, Calvizzano, Casandrino, Castel Volturno, Cellole, Cercola, Cesa, Crispano, Gricignano, Lusciano, Palma Campania, Ottaviano, Poggiomarino, Recale, Roccabascerana, San Nicola la Strada, Sant’Antonio Abate, Sant’Arpino, Saviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Villaricca. Su quali basi giuridiche poggia il grande affare? Il Ciss ha costituito la società mista Inco.Farma, con procedura a evidenza pubblica per la scelta del socio privato di maggioranza, cui affidare “la gestione delle farmacie nella titolarità dei Comuni aderenti al consorzio”. Dietro la parvenza della gestione pubblica c’è di fatto una gestione privata. Un trucchetto per aggirare la legge. Nell’attuale quadro normativo non è possibile condurre una farmacia municipale in regime concessorio a terzi, sia pur individuati con gara ad evidenza pubblica. Succo: aver demandato la gestione delle farmacie comunali a un privato è contra legem. Infatti la normativa conferisce agli enti locali il diritto di preferenza rispetto ai privati “in quanto il servizio di farmacia comunale si connota di tratti pubblicistici, di matrice assistenziale e sanitaria, la cui cura concreta richiede l’intervento della pubblica amministrazione nella gestione dell’attività”. In proposito la Corte di Giustizia ha sancito che “è assolutamente incompatibile l’affidamento diretto del servizio a un’entità giuridicamente distinta dall’amministrazione poiché la partecipazione al capitale da parte di soggetti privati, anche in misura minoritaria, esclude che tale amministrazione possa esercitare sulla società un controllo analogo a quello che essa esercita sui propri servizi” (Sent. 11/ 01/2005, C-26/ 03). Non solo. Anche il Tar del Piemonte indica espressamente quali sono le modalità attraverso le quali possono essere gestite le farmacie di cui sono titolari i Comuni: “È illegittima la concessione a terzi pur previo espletamento di una gara pubblica”. Il vero business, che si cela dietro l’affare farmacie comunali, riguarda produzione, distribuzione, intermediazione e informazione scientifica del farmaco. Qui entra in gioco Luigi Mascolo di Cellole, grossista di medicinali. Dalle visure camerali spunta il suo nome (foto in basso). Allo stesso tempo Inco.Farma, che ha una sede operativa proprio a Cellole, acquista i farmaci solo da Mascolo. Si configura un doppio monopolio sulle farmacie comunali: quello di Inco.Farma, che le gestisce nonostante socio privato, e quello di Mascolo, da cui si rifornisce la stessa Inco.Farma.
Ecco il business milionario. I profitti finiscono nelle tasche dei titolari di Inco.Farma, l’amministratore unico è il giovane rampante Domenico Della Gatta (foto in basso), e del grossista Mascolo. I Comuni che ci guadagnano? Praticamente nulla. Meno ancora i cittadini. Altre ombre si riscontrano nelle visure camerali. Ci sono Ciss e la Soc.I.Ge.SS. Spa, progenitori della Inco.Farma Spa. Il Ciss detiene il 25% di Inco.. La Soc.I.Ge.SS ne possiede i tre quarti (75%). A sua volta Soc.I.Ge.SS per il 45,91 % è di proprietà della Mages, per il 45,45% della Gess e per 11,09 % della Gdelmes. Le restanti fette societarie sono per il 2% appannaggio di Antonio Di Iorio di Sessa Aurunca e per il 5,5% di altri soci. Una ragnatela di società per favorire i privati, veri “detentori” delle farmacie comunali. Poi c’è uno scandalo nello scandalo: nel cda del Ciss figura anche Maria Rosaria Punzo, ex sindaco di Villaricca sciolto per camorra per l’infiltrazione del clan Ferrara-Cacciapuoti. Principale motivazione dello scioglimento per mafia: “Il clan egemone, da sempre, è storicamente presente nel territorio ed esercita un completo controllo in tutte le attività principali attraverso una continua e pervasiva presenza che non ha risparmiato la vita amministrativa dell’ente locale, condizionandone le scelte e gli indirizzi”. Il Comune di Villaricca fu sciolto il 3 settembre del 2021. La commissione d’accesso rilevò “forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale”. Comune sciolto il 3 settembre del 2021, l’allora sindaco Punzo risulta in carica nel cda del Ciss “fino all’approvazione del Bilancio al 31/12/2021” (foto in basso). Poi c’è il caso Vito Marotta. Il primo cittadino di San Nicola la Strada è l’emblema del conflitto di interessi. Il suo Comune fa parte del Ciss, lui è nel cda di Inco.Farma (foto in basso). Da amministratore della ditta privata farà sicuramente gli interessi di Inco.Farma. Conseguenza logica: non può fare anche gli interessi del Comune. Elementare. Riavvolgiamo il nastro. L’operazione milionaria è pianificata nel 2004 a Gricignano, Sant’Arpino e Castel Volturno. Nel cda spiccano i nomi degli allora sindaci Andrea Lettieri, Giuseppe Savoia e Antonio Scalzone. La location è sempre Cellole: uomo-ombra Luigi Mascolo. Braccio operativo Giovanni Di Foggia, allora presidente del consiglio comunale di Gricignano e zio di Domenico Della Gatta. Lo stesso che è amministratore unico di Inco.Farma. Un affare di famiglia.
Mario De Michele
(continua…)
DALLA VISURA DEL CISS
IL CDA DI INCO.FARMA
LUIGI MASCOLO SINDACO SUPPLENTE DI INCO.FARMA