Si è svolta a Casal di Principe (Caserta) la cerimonia per la fine dei lavori di riqualificazione della villa in stile “Scarface” edificata da Walter Schiavone, fratello del capoclan dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone, che dopo la confisca e l’acquisizione da parte del Comune diventerà entro due mesi un centro sportivo e riabilitativo gestito dall’Asl di Caserta per ragazzi affetti da disagio mentale. Le opere sono state finanziate per 1,3 milioni di euro dalla Regione Campania e sono state realizzate grazie ad un accordo di programma che Agrorinasce, consorzio comunale che gestisce 160 beni confiscati nel Casertano, ha firmato con la Seconda Università degli Studi di Napoli (oggi “Università della Campania Luigi Vanvitelli”), che ha realizzato il progetto di riqualificazione, il Comune di Casal di Principe, la prefettura di Caserta e l’Asl. Hanno partecipato numerosi magistrati, tra cui il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, i giudici del collegio delle misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che nel lontano 1994 firmarono il primo decreto di sequestro della villa, ovvero l’allora presidente Diego Marmo (oggi in pensione), Maria Vittoria Foschini e Francesco Cananzi, oggi membro del Csm; presente anche l’altro consigliere del Csm, ex magistrato di punta della Dda di Napoli, Antonello Ardituro. Marmo ha ricordato che “allora lavoravamo in completa solitudine anche perché il settore delle misure di prevenzione per molti non faceva parte neanche dell’attività giurisdizionale”. Assenti invece i magistrati della Dda di Napoli – erano stati invitati Maurizio Giordano e Fabrizio Vanorio – che avevano impegni di lavoro.

 

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