Almeno centomila persone alle sette e pochi minuti, avvolge la salma di Pino Daniele che, a tre giorni dalla sua prematura scomparsa, torna per l’ultimo addio nella sua città. Il feretro viene esposto proprio al centro di quella piazza d’armi cui è legato un suo concerto, del 19 settembre 1981, diventato patrimonio musicale, memoria collettiva e materia di culto che certo vivrà di nuovo vigore da oggi. Ma stavolta c’è una bara sotto l’altare e gli arredi sacri, tutto realizzato in pochissime ore con una lotta contro il tempo da almeno trenta operai a lavorare sotto la pioggia. La messa comincia con i cori polifonici, a lato separata dalle transenne e dalla folla la discreta e larga pedana su cui siedono il sindaco de Magistris, tutti i figli, i fratelli, i familiari ed alcuni artisti amici di Pino, tra i quali spiccano Ciro Ferrara, e Nino D’Angelo, che aveva già partecipato al rito funebre di Roma e che non ha voluto mancare neanche il funerale di Napoli. Artisti e volti noti anche oltre le transenne e in mezzo alla folla, dallo scultore Lello Esposito allo scrittore Maurizio De Giovanni all’editore Tullio Pironti a Valentina Stella a Gaetano Di Vaio a tantissimi altri . Alle 19 e 15 le prime parole del cardinale Crescenzio: “Raccomandiamo al Padre, l’anima di nostro fratello Pino. Il Signore ascolterà il grido di dolore del suo popolo per questa improvvisa scomparsa. E ricompenserà l’anima di Pino per tutto il bene che ha fatto, soprattutto per la sua città, Napoli”. Applausi. Un’omelia che parte dalla caratura artistica e umana di Daniele ma vira fatalmente sul sociale e sulle istanze, i desideri, la sete di simboli di una città travagliata: “Ha espresso poeticamente tutte quelle che sono le risorse e le potenzialità della città, denunciando anche le sofferenze e le colpe per scuotere le coscienze il paragone con la carta sporca solo una provocazione per sollecitare il riscatto di Napoli e un atto di amore per la terra mia, per la terra nostra e di tutti noi e lo ha fatto con stile e raffinatezza e ha voluto testimoniare i colori e la bellezza con quel carisma che il Signore gli ha donato”. Infine la testimonianza di padre Renzo, il parroco che ha conosciuto Pino Daniele e ha officiato la messa di stamattina nella Capitale: “A Roma è stato commovente, ma qui è straordinario. Era giusto tornare qui a Napoli. Assieme a Pino. Negli ultimi anni pregava molto. Aveva sempre il rosario in tasca e negli ultimi istanti ha pregato Padre Pio. Un giorno lo rivedremo tutti. Chissà come starà ridendo ora dal cielo, mentre ci guarda, guarda questo spettacolo di folla, ma se lo è meritato, Pino”. Alle 20 e trenta gli altoparlanti diffondono “Napule è” e centomila voci si uniscono a quella, inimitabile, di Pino Daniele. Il feretro viene portato via tra applausi e lascrime.

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