MIGNANO MONTELUNGO – Ha freddato il suo con un colpo di pistola alla nuca. Ha sparato mentre Tommaso Mella, 42 anni, sposato con una figlia ancora quasi bambina, era seduto dietro la sua scrivania intento a lavorare. Poi il 52enne Angelo Simone, comandante della locale stazione dell’Arma, si è suicidato sparandosi alla tempia.
Entrambi sono morti sul colpo. È quanto emerge dai primi approfonditi riscontri effettuati dai carabinieri del comando provinciale di Caserta, sotto il coordinamento della Procura militare di Napoli. Alla base dell’omicidio-suicidio presunte irregolarità nella gestione amministrativa della stazione rilevate dal vicecomandante e di cui era stato riferito alla Procura militare di Napoli. Mella sarebbe stato ammazzato perché avrebbe squarciato il velo su quelle che riteneva delle gravi irregolarità, che sarebbero state commesse da Simone (si parla di un uso scorretto di schede carburante).
“Tommaso voleva andare via – insistono molti cittadini e conoscenti – voleva chiedere il trasferimento, voleva una grande città per essere più operativo, dopo l’Afghanistan e il Kosovo. Era disponibilissimo con tutti. Un uomo di cuore”. Quello che emerge sempre più è che Mella preferiva essere in servizio in tribunale a Cassino e difficilmente insieme al suo capo.
Mario De Michele