Vincenzo De Luca sarebbe stato minacciato, da alcuni indagati nella vicenda, di una decisione del tribunale civile di Napoli a lui sfavorevole se non avesse provveduto, è stato scritto nel capo di imputazione, ad una nomina nella sanità campana. E’ su questo filone che verte l’inchiesta della procura di Roma.
Nel capo di imputazione allegato ai decreti di perquisizione si afferma che gli indagati, con più “azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, Anna Scognamiglio, magistrato presso il tribunale civile di Napoli e giudice relatore nella fase di merito del ricorso intentato da De Luca contro la sospensione dalla carica di presidente della Regione, abusando della sua qualità e dei poteri decisionali, in concorso con il coniuge Guglielmo Manna, e con gli intermediari Poziello e Brancaccio, minacciando De Luca, per il tramite di Vetrano e Mastursi, di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale con conseguente perdita della carica ricoperta, inducevano il medesimo a promettere a Manna la nomina ad una importante carica dirigenziale nella sanità campana”. “Condotta reiterata – si legge nel decreto di perquisizione – in occasione dell’udienza tenutasi presso il tribunale di Napoli l’11 settembre scorso avente ad oggetto la legittimità del decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri che aveva sospeso De Luca dalla carica di presidente della Regione”.