“Non avere paura di dialogare con nessuno”, “partire dalla propria identità per dialogare, ma il dialogo, non è fare l’apologetica, anche se alcune volte si deve fare, quando ci vengono poste delle domande che richiedono una spiegazione. Il dialogo è cosa umana, sono i cuori, le anime che dialogano, e questo è tanto importante!”. Lo ha raccomandato papa Francesco al clero di Caserta dove ieri ha compiuto una visita, la stessa città dove tornerà domani per incontrare, in una visita privata allargata alla sua comunità il pastore evangelico pentecostale, Giovanni Traettino. Rispondendo a una domanda di un sacerdote casertano, in un dialogo a braccio di cui oggi la sala stampa vaticana ha diffuso la trascrizione,il Papa ha ricordato: “Si diceva di un santo, un po’ scherzando, non ricordo, credo fosse San Filippo Neri, che fosse capace di dialogare anche con il diavolo. Perché? Perché aveva quella libertà di ascoltare tutte le persone, ma partendo dalla propria identità”. “Essere sicuro della propria identità – ha aggiunto – non significa fare proselitismo. Il proselitismo è una trappola”. Francesco ha quindi ricordato il monito del suo predecessore Benedetto XVI: “Ha un’espressione tanto bella, l’ha fatta ad Aparecida ma credo che l’abbia ripetuta in altra parte: “La Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione”. E cosa è l’attrazione? È questa empatia umana che poi viene guidata dallo Spirito Santo”.