Tre distinti gruppi criminali dediti ad associazione mafiosa, spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, operanti a Nocera Inferiore (Salerno) sono stati sgominati nel corso dell’indagine “Un’altra storia”, condotta dai carabinieri del Ros, con il contributo della Squadra Mobile della Questura di Salerno e coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Salerno. Il gip di Salerno ha disposto per 21 persone la custodia in carcere, mentre altri sei sono indagati in stato di libertà. Uno dei gruppi faceva capo ai fratelli Michele e Luigi Cuomo. Era particolarmente aggressivo e attivo anche nella indebita appropriazione e commercializzazione di autovetture di illecita provenienza, grazie anche a imprenditori compiacenti. Le investigazioni hanno permesso di ricostruire il quadro di una agguerrita compagine criminale, oltre che le sinergie e le alleanze con altri gruppi dell’area napoletana. Numerose le violenze registrate nel corso delle indagini, come pestaggi in pubblico e l’utilizzo indiscriminato della violenza armata, ogni volta che il loro ruolo sul territorio veniva messo in dubbio. Il 29 gennaio scorso, ad esempio, un consulente amministrativo di Nocera Inferiore venne brutalmente aggredito e colpito con calci e pugni nelle vicinanza della sala scommesse di corso Garibaldi; oppure la spedizione punitiva riservata a un cittadino capoverdiano colpito con bastoni e mazze ferrate. L’altro gruppo è riconducibile ai fratelli Francesco e Mario D’Elia in contrasto con i Cuomo. Proprio la controversia tra le due bande è alla base delle sparatorie che dagli inizi di novembre 2016 hanno portato paura e tensioni nella città dell’Agro. “All’inizio – spiega Tommaso Niglio, dirigente Squadra Mobile – avevamo individuato tre gruppi criminali distinti, poi abbiamo registrato una cena riappacificatrice nel corso della quale i tre gruppi si sono seduti insieme a tavola in un noto ristorante di Nocera Inferiore a dimostrazione della fluidità delle bande che da rivali passavano con grande dimestichezza a essere alleati”. Le indagini del Ros hanno permesso di documentare anche l’esistenza di un terzo gruppo dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti attivo nel rione Piedimonte e capeggiato da Giuseppe Bergaminelli e Giuseppe Abate, figlio del boss Mario Abate. Proprio Bergaminelli fu arrestato il 2 ottobre 2015 all’interno della pizzeria ‘Tutta nata storia’ (dove lavorava Giuseppe Abate) per il possesso di una pistola con matricola abrasa. Secondo il colonnello Roberto Pugnetti, vice comandante Ros “si sono delineati gli equilibri criminali del territorio. Gli episodi verificatisi a Nocera hanno portato grande paura e allarme sociale per le modalità molto violente con le quali sono state condotte”. Alla conferenza in Procura hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore Corrado Lembo, il colonnello Antonino Neosi, comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno e il questore Pasquale Errico.
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