CASERTA – Questa notte è morto Gigi Falco. Ne sono sinceramente dispiaciuto. Suo avversario dichiarato da quando fu eletto in quel lontano 1997, non ho mai condiviso la sua visione della vita e, soprattutto, della politica e dell’amministrazione della città. Per lunghi anni sono stato una spina nel suo fianco, vigile e attento, e lui sapeva che c’ero ma mi accettava. Come avversario, mai come nemico.

Un rispetto reciproco ha governato i suoi rapporti con me, anche dopo la mia elezione a sindaco, che, invertendo i ruoli, non cambiò la reciproca considerazione.  Si parlava comunque tra “uomini”, dotati di adeguata formazione culturale, a confronto con posizioni distanti anni luce, ma consapevoli, ciascuno, della dimensione dell’altro. Il quarantunesimo consigliere mi chiamava, nelle notti in cui assistevo alle sue riunioni di Consiglio, a volte unico sopravvissuto tra gli spettatori notturni, accolto sempre con la consapevolezza di una presenza censoria, mai con fastidio. Sulla sua scrivania, nei primi anni, tenne l’articolo da me pubblicato alla scadenza del mandato di assessore ai Lavori Pubblici di Bulzoni, nel 1997, il cui titolo era L’EREDITA’ CHE LASCIO AL POLO. Me lo mostrò nel corso di una riunione tecnica alla quale intervenivo in veste professionale. Fui accolto con la cordialità che si può riservare, appunto, a un avversario, non a un nemico. E’ questo il mio ricordo e lo riferisco con rispetto, sinceramente dispiaciuto.

 

Nicodemo Petteruti*

*ex sindaco di Caserta

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