AVERSA – Migliaia le persone che hanno attraversato il centro di Aversa per ricordare Emanuele di Caterino. Un serpentone silenzioso che ha voluto dare un segnala preciso alla comunità.

I compagni di classe della I E dello Scientifico Enrico Fermi non si danno pace. “Era un ragazzo sempre allegro che con le sue battute che piacevano anche ai prof faceva volare le ore di scuola. Mi mancherà tantissimo”, dice Alessandro che poi si sfoga: “Non si può morire così, per colpa di uno stupido che perde la testa”. Un altro amico, Francesco, lo ricorda mentre in classe cantava le canzoni di Mimmo Dani: “Era il suo idolo, ancora non ci posso credere. Quando stamattina siamo arrivati in classe e ci hanno comunicato la notizia pensavamo ad un scherzo. Ma purtroppo non era così”. “Ora abbiamo paura” afferma Rita, che frequenta la quarta classe. “Aversa ormai è diventata un punto di ritrovo per tante persone che vengono da fuori città e che non hanno alcun rispetto per niente e nessuno”. Un’altra studentessa dice che “la fidanzata dell’assassino, che frequenta lo Scientifico, oggi lo difendeva anche. E’ assurdo”. Anche tra gli amici di Emanuele non c’é certezza sul movente e sulla dinamica. Tra le voci che si rincorrono quelle di una sigaretta non data, ma anche di un litigio originato da un rimprovero che la vittima avrebbe fatto all’aggressore per alcuni muri imbrattati nella strada del delitto. “Non perdonerò l’assassino – dice Giuseppe, suo compagno di classe e di banco – ha colpito Emanuele alle spalle. Non si può morire così”.

 

 

Ecco alcuni scatti dalla fiaccolata:

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