Con l’avvento del sindaco abusivo Andrea Villano il livello qualitativo della politica di Orta di Atella ha fatto un ulteriore balzo indietro. A conferma del motto “al peggio non c’è mai fine”. Anche per questo nessuno o quasi ha compreso cosa sia successo sulla mozione per la revoca del Piano urbanistico comunale presentata nell’ultima assise dai consiglieri di opposizione Vincenzo Gaudino, Vincenzo Russo, Enzo Tosti e Marilena Belardo. La squadra di governo ha bocciato la mozione. Villano e company hanno farfugliato in aula parlando in modo grossolano di variante generale al Puc. A dettare la linea, come sempre del resto, è stata Campania Libera (ancora per poco). Forza politica con cui Villano e il vicesindaco Arcangelo Roseto, pardon Peppe Roseto, anche se il facente funzione è proprio il padre.

Dire che l’Urbanistica è totalmente nelle mani di Salvatore Del Prete “Soldinus Magò” e Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso” è come svelare il segreto di Pulcinella. Lo sanno tutti. Due tecnici-politici con i loro precedenti si potrebbero occupare anche di fusione nucleare fuorché di questioni urbanistiche. Eppure Villano ha stretto proprio con loro un patto di acciaio. Evidentemente sono accomunati dagli stessi interessi. Andate avanti così. Vedremo presto dove volete arrivare. Torniamo al Puc. Cosa implica la mancata revoca? Ovviamente che è in vigore. E prevede la possibilità di costruire circa 700 appartamenti. Lo strumento urbanistico infatti individua alcune zone residenziali. Tra i terreni edificabili spiccano quelli, belli spaziosi, di proprietà di società arcinote ai giudici che hanno condannato in primo grado Angelo Brancaccio a 8 anni di carcere per camorra. Il terreno (nella foto) è complessivamente d 11.147,6 metri quadrati. Grandicello. Si trova di fronte al centro commerciale Fabulae. Chi sono i proprietari? La Pegasus Costruzioni e la Dima Immobiliare. Chi sono i titolari delle due ditte? È scritto nella sentenza di condanna a carico di Brancaccio. La Pegasus Costruzioni è di Pasquale Di Giorgio e Matteo Di Giorgio. La Dima Immobiliare è di Michelina Lanzano (madre di Pasquale Di Giorgio e Matteo Di Giorgio) e di Antonietta Grassia (nuora di Michelina Lanzano e cognata di Pasquale Di Giorgio e Matteo Di Giorgio).

Degli oltre 11mila mq edificabili sono proprietari anche parenti di nomi illustri della politica ortese. Chi sono? Uno è Mario Ciaraffa, suocero di Antonio Mozzillo, quest’ultimo fratello dell’ex sindaco Giuseppe Mozzillo all’epoca dei fatti vicesindaco e assessore all’Urbanistica della giunta Brancaccio. L’altra proprietaria è Maria Martiniello, moglie del geometra Tonino Russo “Il Condonatore”, sotto l’era Brancaccio responsabile dell’ufficio comunale Condoni ed ex consigliere dell’amministrazione Mozzillo. Ora viene il bello, per noi. Per il trio Villano-Del Prete-Iovinella invece viene il brutto. Parliamo di cifre. Di affari. E agli amministratori locali che ci denigrano diamo una brutta notizia. Non possono proprio prendersela con Campania Notizie. I numeri che riportiamo di seguito si desumono dalla sentenza di condanna contro Brancaccio. Cari spargitori di veleno se avete il coraggio criticate il “conteggio” della Corte.

In base alla classificazione del Prg i terreni, sui quali doveva sorgere la piscina comunale, valevano circa 110mila euro. Con il varo del Puc il valore è schizzato a 2,8 milioni di euro. Andiamo ancora di più nel merito (oggi il “partito dei tecnici è cascato male). Com’è suddivisa la proprietà del terreno? La fetta più grossa è andata alla Pegasus: più di 6.200 mq. La Dima ne possiede 630. In sostanza il gruppo Di Giorgio detiene 7mila metri quadrati, metro più metro meno, del terreno. Un’altra ingente parte è nelle mani di Mario Ciaraffa che è proprietario di circa 4mila mq. Abbiamo già detto, ma è meglio ribadirlo, che si tratta del suocero di Antonio Mozzillo, fratello dell’ex sindaco Mozzillo. Maria Martiniello, consorte del “Condonatore” Russo, possiede attorno a 800 mq del terreno. In pratica e in soldini (siamo certi che su questo terreno, il gioco di parole è voluto, il consigliere di maggioranza Del Prete ci può facilmente seguire) grazie al Puc attualmente in vigore i proprietari del fondo possono realizzare una settantina di appartamenti con un guadagno di oltre 3,5 milioni di euro.

Un boccone ghiotto per il “partito dei tecnici” che sotto la gestione Villano è vivo e vegeto. E un grande affare per i possessori del terreno tra cui ci sono i parenti di Mozzillo e Russo. Guarda caso i più agguerriti oppositori tra gli esponenti della minoranza alla revoca del Puc. Chiudiamo spiegando cosa sarebbe potuto accadere revocando il Piano urbanistico. È una delle ipotesi. Ma rende bene l’idea. In primis si sarebbero stoppate sul nascere altre eventuali speculazioni edilizie. In secondo luogo si sarebbe potuto applicare, diciamo per 3 anni, un indice zero sulle aree residenziali individuate. Nel frattempo il Comune avrebbe messo in campo gli interventi per la “bonifica” urbanistica del territorio. Ne abbiamo parlato con diversi ingegneri, architetti e anche geometri onesti e competenti, purtroppo hanno il limite di non far parte del “partito dei tecnici”. Sapete cosa ci hanno detto? Che sarebbe stata una soluzione non solo attuabile ma necessaria per una città cementificata come Orta di Atella. Adottata ad esempio anche in importanti città europee tra cui Barcellona.

E proprio nella capitale della Catalogna ha effettuato studi e lavori come ricercatore universitario l’attuale assessore all’Urbanistica Luigi Macchia. Lo stesso che si è opposto, su input del trio del cemento Villano-Del Prete-Iovinella, alla revoca del Puc. Davvero strano. Viene il sospetto che Macchia non abbia tratto profitto dagli studi a Barcellona. Oppure sia in malafede. Sulla malafede di Villano, Del Prete e Iovinella lasciamo decidere gli ortesi. Sono “carte conosciute”.

Mario De Michele

 

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