Negli anni 2008-2009 il Comune di Grazzanise, secondo la Dda della Procura di Napoli, era ”pesantemente infiltrato” dal clan dei Casalesi, tanto che numerose gare d’appalto, tra cui la più importante relativa ai lavori per la realizzazione del collettore fognario, del valore di tre milioni di euro, fu aggiudicata ad imprenditori facenti riferimento al clan allora guidato da Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone. Emerge dall’ultima inchiesta della Dda di Napoli su intrecci tra camorra, politica ed enti locali, che oggi si è abbattuta sul comune casertano con l’arresto di Parente, finito in carcere con altre cinque persone, tra cui gli imprenditori Francesco e Nicola Madonna, fratelli, e Alessandro Zagaria, che si sarebbero aggiudicati la gara. Il Gip del Tribunale di Napoli ha poi disposto i domiciliari per l’attuale responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Grazzanise Maurizio Malena e per l’imprenditore Carlo Noviello. L’ente fu anche sciolto per infiltrazioni camorristiche nel 2013 (si è tornati al voto nel 2015, ndr) dopo che emersero i legami tra Parente e il boss Michele Zagaria; l’indagine odierna trae spunto proprio da quell’inchiesta, ed è stata alimentata dalle fondamentali dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia del gruppo Schiavone come Roberto Vargas e dagli accertamenti compiuti dalla Commissione d’Accesso inviata dalla prefettura che, analizzando gli atti della gare d’appalto, ha scoperto numerose irregolarità e condotte illecite.












