Vabbè, una roba così fa venire voglia di chiedere la riapertura dei manicomi. Solo un pazzo scatenato farebbe fuori per motivi politici un membro del Cda di una società mista a maggioranza pubblica e si autonominerebbe al suo posto. Per giunta tre giorni prima di essere silurato da sindaco. E attraverso un decreto protocollato nella stessa data della defenestrazione. L’amministratore locale folle di turno, ormai ne vediamo di tutti i colori, è l’ex primo cittadino di Grumo Nevano Gaetano Di Bernardo. Ad appena sei mesi dall’elezione l’avvocato è stato mandato a casa con le dimissioni in massa di nove consiglieri comunali, tre appartenenti alla maggioranza. Il benservito gli è stato dato davanti a un notaio nella serata dello scorso 4 dicembre. Poche ore prima Di Bernardo, sentendo puzza di bruciato, ha avuto il guizzo di cacciare Eugenio Cimino dal consiglio di amministrazione dell’Acquedotti Scpa, la società mista (51% quote pubbliche, 49% Ottogas) che si occupa del servizio idrico. Il motivo? “Non in linea con il programma dell’attuale amministrazione”, si legge nel decreto (guarda in basso). A parte che “quell’attuale amministrazione” a cui fa riferimento l’ex sindaco era già da tempo in avanzato stato di decomposizione. Tutti, Di Bernardo in testa, lo sapevano bene.

Facciamo pure finta che l’ex primo cittadino pensasse in cuor suo di guidare a vita il Comune di Grumo Nevano. Soprassediamo pure sulla motivazione, di natura politica, che ha determinato la revoca di Cimino dal Cda dell’Acquedotti (carrozzone clientelare ideato dall’ex sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio, detenuto per camorra, ma oggi il dominus è Pasquale Di Gennaro, ex primo cittadino di Frattamaggiore). Quello che fa gridare allo scandalo, con la conseguente incubazione del sospetto di un’incipiente pazzia, è che Di Bernardo ha nominato se stesso nel consiglio di amministrazione della società idrica. In pratica, nel mentre preparava le valigie per sloggiare dal municipio ha fatto una capatina all’ufficio protocollo per consegnare il decreto di autonomina. La realtà che supera la fantasia? È poco. Siamo di fronte ad uno sprezzante e inaccettabile calpestio delle leggi morali, politiche e amministrative. Egregio avvocato Di Bernardo, mica può perdere la faccia così? Lo spessore degli uomini, tutti, politici e non, si giudica proprio nei momenti difficili. Si misura sulla loro capacità di saper perdere. Di uscire di scena con stile.

Esimio ex sindaco, le suggeriamo la visione del film “L’odio”, capolavoro di Mathieu Kassovitz. Le basta guardare solo l’inizio. “Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene”. Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”. Ecco, caro Gaetano Di Bernardo, lei è atterrato in un mare di vergogna.

Mario De Michele

 

IL DECRETO DI AUTONOMINA

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