“L’indagine di questa mattina concerne vicende circoscritte ai soggetti coinvolti che dimostrano che il circuito di controlli funziona bene”. Lo ha dichiarato il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Maria (Caserta), Antonietta Troncone nel corso della conferenza stampa tenuta in Procura sull’inchiesta “Aristeo” che ha accertato l’esistenza di pratiche di adulterazione del latte usato per produrre la mozzarella di bufala campana dop e di contraffazione del marchio da parte di tre aziende casearie. “Non bisogna gettare discredito su un intero settore produttivo in cui si fanno numerosi ed efficaci controlli” ha sottolineato la Troncone. “Le indagini – ha proseguito il magistrato – si sono avvalse dell’importante collaborazione proprio di quei soggetti istituzionali deputati ai controlli, come l’Asl e gli Ispettori del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Proprio una nota dell’Asl Napoli 2, che riferiva di partite di mozzarella dop in cui il latte di bufala era stato mischiato con quello di mucca, ha dato il via all’inchiesta”. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caserta Andrea Mercatili ha spiegato che “dalle indagini emerge la circostanza che l’adulterazione del latte con l’aggiunta di additivi o l’uso di latte che non è di bufala è prassi abitudinaria nonostante i controlli siano intensi”.