Parla chiaro Corina Cretu. La commissaria Ue per gli Affari regionali arriva agli scavi di Pompei e avverte: “Questo luogo è conosciuto in tutto il mondo, la gente vuole vedere i risultati. Quindi non abbiamo scelta, il Grande Progetto Pompei deve riuscire al 100%”. E se il 100% ancora non è stato raggiunto, manca davvero poco visto che proprio la Cretu, alla città antica tra le più famose al mondo, riserva una netta promozione: “Il Grande Progetto Pompei è diventato un esempio da seguire. Potete essere fieri di voi”. Si tira, dunque, un sospiro di sollievo. “Prima era un esempio negativo ora Pompei, è non soltanto un luogo in cui si sono rispettati i tempi, le regole della Ue, ma è anche il simbolo di una storia di riscatto”, dice il ministro di Beni Culturali e Turismo, Dario Franceschini. E i dati lo confermano. Era il 2012 quando il Grande Progetto Europeo, vale a dire fondi per 105 milioni di euro, prese le mosse. Ma da allora Pompei non ha sempre rispettato il passo. Ci sono stati crolli, ci sono state critiche. C’è stato il rischio che quei fondi potessero andare persi. Ed invece ad oggi, spiega il direttore generale del Grande Progetto, Luigi Curatoli, il totale della spesa ammonta a 62milioni di euro. Non solo: “Contiamo di chiudere entro il 31 dicembre 2018, come previsto”. “Al 31 dicembre 2015 erano stati attivati 76 interventi, conclusi 42, 23 erano in corso, 9 in fase di avvio e due in fase di gara – dice Curatoli – Ad oggi, dei 34 interventi transitati nella seconda fase, ulteriori 17 sono terminati, 4 sono in attesa di avvio, 13 in corso di esecuzione alcuni dei quali nel corso di quest’anno andranno a concludersi. La spesa nel 2016 è stata di 17,7 milioni di euro, ma già nei primi mesi del 2017 si è elevata a 22 milioni di euro”. E ci sono anche altri dati che sono più che positivi, quelli relativi al numero di visitatori, oltre 3 milioni nel 2016. Un altro obiettivo raggiunto per la Cretu: “Volevamo raggiungere il numero di visitatori del periodo prima dei crolli e siamo arrivati a 3 milioni, ce l’abbiamo fatta”. “Non solo merito delle domeniche ad ingresso gratis – spiega il direttore Generale della Soprintendenza Pompei, Massimo Osanna – ma di un riproporsi di un interesse che travalica le barriere stagionali”. E quindi domus riaperte – altre ce ne saranno in primavera – ma anche percorsi per portatori di handicap e presto l’illuminazione notturna che caricherà di suggestione percorsi alla luce della luna. Una “buona giornata per l’Italia”, oggi, per il ministro Franceschini. Per i risultati raggiunti, certo, ma anche per le relazioni con i sindacati, che negli ultimi mesi sono state tutt’altro che pacifiche con la Soprintendenza Pompei. Per oggi era stata annunciata un’assemblea, che avrebbe creato problemi con gli ingressi dei visitatori, poi un corteo di protesta, vietato dalla Questura di Napoli. Alla fine c’è stato un presidio, pacifico, in vista però della convocazione di uno sciopero. E una “buona giornata” lo è stata anche per altro, per Franceschini. Se, infatti da un lato il ministro ha messo in chiaro che per come è fatta Pompei, 66 ettari e 22 ancora da scavare, “non ci sarà un giorno in cui si concluderanno i lavori, richiederà per sempre attenzione e risorse”, dall’altro ha annunciato lo sblocco di risorse Ue, oltre 150milioni di euro. Fondi che saranno destinati proprio alle regioni del Sud.
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