Spunta un altro nome illustre nell’inchiesta su voto di scambio, traffico di rifiuti e corruzione in cui sono coinvolti la Sma, politici e professionisti (leggi l’articolo). E’ quello di Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione Campania e assessore a Salerno. Intanto mentre lo Sco e la squadra mobile inizieranno a studiare i documenti sequestrati ieri nel corso di una decina di perquisizioni eseguite a Napoli e in provincia, presso uffici pubblici e privati, on line comparirà, a puntate, una serie di video che sono stati sequestrati ieri dalla procura di Napoli presso la sede napoletana del sito web Fanpage. L’inchiesta giornalistica puntava a diventare uno scoop, ma al momento si è trasformata in un decreto di perquisizione e sequestro per il direttore del giornale on line, Francesco Piccinini, per un suo cronista e per un collaboratore, indagati per induzione alla corruzione. Nei mesi scorsi, hanno tentato di ricostruire la filiera dei rifiuti tossici che prendono strade diverse da quelle lecite. E sono entrati in contatto con un camorrista Nunzio Perrella, il quale li avrebbe messi in contatto con una serie di personaggi, sia esponenti delle istituzioni che faccendieri. Questi si sarebbero detti disposti a introdurre un giornalista del sito, spacciatosi per imprenditore, nel circuito dello smaltimento illegale. Tra i video sequestrati ieri nella sede del giornale on line ce n’è uno in cui compare anche Roberto De Luca. Sarebbe lui uno dei politici «provocati» da Nunzio Perrella, boss di camorra «pentito», che in questa vicenda compare come un agente provocatore dei giornalisti spacciatisi per imprenditori dei rifiuti per smascherare gli illeciti del settore. Roberto De Luca risulta indagato per corruzione perché, in un altro video, un commercialista a lui vicino farebbe riferimento a una tangente da pagare nella misura del 15 per cento, nella quale, a detta dello stesso commercialista, sarebbe inclusa anche la quota di De Luca.