La maggioranza delle quote è pubblica. Dei cittadini. La restante parte è privata. Della Ottogas. Secondo voi di chi fa gli interessi l’Acquedotti Scpa? Della ditta. Ovvio. I soldi dei contribuenti sono di tutti e quindi di nessuno. Invece Luca Rivetti, titolare dell’azienda, al suo denaro ci tiene. E i frutti si vedono. Una bella casa ai Parioli a Roma. Per lui il Vomero non era un granché. Troppo caos. Troppa criminalità. Scelte sue. Noi preferiamo Forcella. Almeno lì i piccoli malviventi delinquono per sopravvivere. Anche la Bibbia precetta di non additare chi ruba per sfamarsi. Gli affari milionari si fanno altrove. Ai Parioli e al Vomero, per esempio. L’Acquedotti, che si occupa del servizio idrico, è composta per il 51% dai Comuni di Orta di Atella (37,75%), Acerra (4,00%), Melito (3,00%), Grumo Nevano (2,00%), Qualiano (2,00%), Casandrino (1,00%), Cancello ed Arnone (0,50%), Alvignano (0,42%), Castel Morrone (0,33%). Da qualche mese è entrato nella società, con una procedura totalmente illegittima, anche Sant’Arpino che ha acquisito una piccola quota da Orta di Atella. Come detto il colosso privato è la Ottogas (49%). Dei soci della ditta, ufficiali e occulti, ci occuperemo nelle prossime puntate della nostra inchiesta. Oggi passiamo sotto la lente di ingrandimento il giro di appalti che ruota attorno all’Acquedotti. Li gestisce la Ottogas. E va bene. Ma di fatto sono tutti affidamenti diretti. E vanno quasi sempre alle stesse ditte.

Da quanto abbiamo verificato una delle società più “fortunate” è un’azienda di Casoria, città a 10 minuti d’auto da Frattamaggiore. Qui è stato sindaco Pasquale Di Gennaro, dal 2002 ininterrottamente amministratore delegato dell’Acquedotti. Uno dei pochi dinosauri della Prima Repubblica che (purtroppo) non si è estinto. Finanche il suo “creatore” Angelo Brancaccio ha fatto una brutta fine. L’ex sindaco di Orta di Atella è in cella per camorra. Lui, l’Highlander Di Gennaro, è rimasto a galla per quasi 20 anni nuotando tra gli squali senza riportare un graffio. È bravura? Buona sorte? Solo c…? Oppure i pesci grossi non se lo sono mangiato perché è un pesciolino che però fa parte della famiglia. Frattamaggiore dista 8 minuti di macchina da Afragola. Qualcuno, quelli cattivi, accusano Di Gennaro di essere un “moccioso”. Resta il fatto che nel 2022 l’Highlander di Frattamaggiore festeggerà i 20 anni di gestione dell’Acquedotti. Un ventennio che, con le debite proporzioni, per i disastri compiuti ne ricorda un altro. Eppure lo Statuto della società idrica prevede che gli azionisti pubblici (i Comuni) hanno diritto di veto sul nome dell’amministratore delegato che spetta al privato. In quattro lustri veto mai esercitato nei confronti di Di Gennaro. Paura degli squali? Gli amministratori locali della zona atellana sono tutti “moccosi”? Chissà?

Torniamo agli appalti. In realtà si tratta di affidamenti diretti. Sull’espletamento delle gare c’è una coltre fittissima. Impenetrabile. Uno degli ultimi ammonta a circa 100mila euro. Riguardava l’intervento di installazione dei contatori idrici nel famigerato Parco Beautiful di Orta di Atella, realizzato dal notissimo gruppo Aprovitola. Tra la città atellana e Giugliano c’è una distanza di una ventina di minuti d’auto viaggiando a bassa velocità. Durante il boom edilizio di Orta i palazzoni venivano realizzati anche in meno di 20 minuti. Che poi erano completamente abusivi non conta poi così tanto. Evviva l’efficienza! Ebbene, dopo circa 15 anni di totale illegalità con decine di appartamenti allacciati al contatore del cantiere, il dinosauro Di Gennaro solo nei mesi scorsi si è accorto che questa vergognosa situazione andava sanata. Bene. Bravo. Bis. Peccato che non si sappia come è stato affidato l’appalto di 100mila euro e perché i lavori non siano stati svolti dai dipendenti dell’Acquedotti. In quota parte i Comuni, cioè i contribuenti, avrebbero risparmiato un gruzzoletto di soldi.

Non finisce qua. Vi sembra giusto che per circa 15 anni i proprietari e gli inquilini degli appartamenti del Parco Beautiful abbiano pagano per il consumo dell’acqua la stessa somma dell’omonimo bar? Un locale enorme con un dispendio idrico imparagonabile a un’abitazione “normale”. Quante decine se non centinaia di migliaia di euro hanno risparmiato i titolari? ha La struttura pur essendo passata di mano in mano è sempre stata gestita de facto dallo stesso potente gruppo che opera a una distanza chilometrica di 5,8 km da Orta di Atella. Si dice in giro che è proprio questo il motivo per il quale Di Gennaro ha impiegato 15 anni prima di risolvere il caso Beautiful. Se fosse vero sarebbe davvero un “moccioso”.

Mario De Michele

(continua…)

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