Il Pd casertano è sull’orlo della bancarotta. Nel vero senso della parola. Nelle casse del partito non si vede un euro. E i debiti con i fornitori si accumulano. Il dissesto finanziario è talmente grave che si fanno i salti mortali anche per pagare gli stipendi dei tre funzionari di partito. Sembra addirittura che il mese scorso i dipendenti abbiano percepito solo un acconto.

Quando vengono recapitate le bollette della luce e le cartelle per le imposte comunali, i dirigenti provinciali leggono le cifre un po’ alla volta, come se stessero scoprendo le carte da poker. E se i numeri non sono alti tirano un sospiro di sollievo. Insomma, il Pd è in ginocchio non solo dal punto di vista politico ma anche sotto il profilo economico. Col passare del tempo i creditori aumentano. E fioccano le ingiunzioni di pagamento.

La richiesta di soldi più cospicua è arrivata dalla ditta che ha eseguito i lavori di ristrutturazione della sede provinciale di via Maielli a Caserta. Ristrutturazione? Impossibile. Gli interventi di restyling sono stati effettuati nel settembre del 2010, circa tre anni e mezzo fa. Appunto. È da allora (quando la sede fu trasferita da corso Trieste in via Maielli) che il titolare della ditta attende di essere pagato. Finora ha ricevuto solo una parte dei soldi: un acconto all’inizio dell’opera e una tranche qualche mese fa. Gli spettano circa altri 10mila euro.

Ma i dirigenti del Pd non mettono mano al portagli. Per forza: non hanno una lira. Pardon, un euro. Nel frattempo i debiti si accumulano. Il numero dei creditori cresce. E i funzionari di partito rischiano di restare a bocca asciutta.

Come fare? Sembrerebbe, ma sono voci non confermate, che qualcuno abbia pensato di accendere un mutuo e si sarebbe recato in banca per farne richiesta. “Che garanzie avete?”, ha chiesto il direttore della filiale. “Ottime – gli ha risposto l’ardito dirigente dei Democratici -, garantisce il Pd di Caserta”. In preda al panico il direttore è scappato gridando: “Al ladro, al ladro!”.

 

Mario De Michele

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