Piedimonte Matese – E’ ritornato a casa. Una fiaccolata di silenziosa luce. In tantissimi, gente comune, tanti amici, amministratori comunali , parroci sindaci, il prefetto di Caserta ad accogliere il feretro di Vincenzo D’Allestro , imprenditore tessile, trucidato da estremisti jiaidisti nel pub-bar di Dacca vicino alle sedi diplomatiche . Il corteo ha atteso la bara e davanti alla stazione ferroviaria con uno striscione(“Aiutaci tu a portare sempre con noi, anche solo un po’ della tua bellezza”) tante fiaccole e magliette con il cuore tricolore e la scritta “io sono Vincenzo” per mettersi dietro il carro funebre, proveniente da Roma dopo l’autopsia, e raggiungere così il chiostro di San Domenico dove è rimasto per la veglia notturna in una città dove è stato proclamato il lutto cittadino (domani i funerali nella basilica di S. Maria Maggiore vicina al chiostro monumentale celebrati alle 10 dal vescovo della diocesi di Alife-Caiazzo Valentino Di Cerbo) . Tante le persone rimaste per dare l’estremo saluto al conterraneo- cittadino del mondo nato in Svizzera da genitori emigranti che aveva lasciato la terra matesina per la ricerca di lavoro: adolescente era ritornato a Piedimonte Matese per rimboccarsi le maniche . Un ritorno alle origini : a pochi passi da dove la bara è stata deposta D’Allestro ha iniziato l’attività professionale, lavorando nel laboratorio-maglieria dei suoceri insieme con la moglie Maria Assunta Gaudio, specializzata nel campo della moda, con la quale ha condiviso una vita di amore, lavoro, viaggi, gioia di vivere spezzata dalla barbara uccisione nella strage avvenuta nella capitale del paese asiatico .
Michele Martuscelli
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