Una caterva di documentazione (clicca qui per l’elenco completo) richiesta e acquisita dalla Dda di Napoli per passare sotto la lente di ingrandimento la gara per la costruzione e la gestione del Piano per gli insediamenti produttivi di Aversa. L’indagine rientra nell’ambito di un’inchiesta avviata nel 2014 su impulso del pm Cesare Sirignano della Procura antimafia. L’iter tecnico per la realizzazione dell’opera, per un importo di circa 25 milioni di euro, è iniziato nel 2002 sotto l’amministrazione guidata da Domenico Ciaramella. Il consiglio comunale approvò una prima delibera di indirizzo. Da allora sono stati adottati molti altri atti burocratici dagli uffici preposti. E diverse delibere da parte dei civici consessi e delle giunte che si sono susseguiti fino all’avvento dell’amministrazione Sagliocco. Il bando di gara, vinto dalla ditta “G&D Prefabbricati Spa” di Novara, scadeva nel gennaio 2010. Successivamente è proseguito l’iter per l’assegnazione dell’appalto per la gestione e la costruzione della “Cittadella dell’artigianato”. Ma i lavori non sono mai iniziati. E l’opera è tuttora rimasta sulla carta, anche perché gli uffici comunali hanno contestato alla ditta aggiudicataria una serie di atti sotto il profilo economico-finanziario. Nel frattempo la “G&D” ha sollecitato più volte l’amministrazione affinché il progetto fosse attuato. All’atto del suo insediamento nel 2012, Sagliocco, tra le tante patate bollenti, si è ritrovato sulla sua scrivania anche quella (forse più scottante) del Pip, con annessi e connessi problemi di vario ordine. Di fronte alla complessità (in tutti i sensi) del progetto, il sindaco normanno ha chiesto per iscritto agli uffici competenti un dossier sullo stato dell’arte, a partire dall’avvio dell’iter tecnico-burocratico (2002) fino ad oggi. “Ho richiesto da tempo – osserva Sagliocco – una relazione congiunta dell’ufficio urbanistico e di quello economico-finanziario, ma ho avuto delle risposte non esaustive. Finora l’intera procedura non è stata completata. Non ci sono ancora atti conclusivi forse per la complessità dell’iter o per altri problemi come l’avvicendamento di diversi tecnici comunali”. Insomma, prima di adottare qualsiasi atto, il primo cittadino vuole vederci chiaro. Si tratta di un’opera da 25 milioni di euro. E bisogna andarci con le pinze. “Ovviamente devo tener conto delle richieste della ditta aggiudicataria, che potrebbe pretendere un risarcimento dal Comune, ma senza una valutazione approfondita dell’intera questione non faremo passi in avanti. E’ una vicenda che non può essere gestita a cuor leggero. Decideremo, come abbiamo sempre fatto – chiarisce il primo cittadino – in modo trasparente e nel pieno rispetto delle regole. E’ un progetto milionario per cui serve la massima attenzione nell’interesse del Comune. Incaricherò un amministrativista per fare il punto della situazione. Solo carte “regolari” alla mano decideremo il da farsi”. Sull’accertamento della Dda, Sagliocco taglia corto: “Non spetta a me stabilire se dal 2002 al 2012 sono stati adottati provvedimenti illegittimi o irregolari. Sono certo che la magistratura farà luce in tempi rapidi su tutta la vicenda. Per quanto mi riguarda posso solo ribadire che la mia amministrazione ha operato e continuerà a farlo con la massima trasparenza. Sotto la mia gestione per gli affaristi sono stati tempi bui. Con me non c’è trippa per gatti”. Torniamo all’inchiesta della Procura antimafia. Dalla mole di atti richiesti è probabile che sul Pip si addensino molte nubi. Sugli appalti nell’Agro aversano, il pm Sirignano si sta avvalendo anche delle dichiarazioni del super pentito Antonio Iovine. Ed è probabile che l’ex boss dei Casalesi possa fornire un contributo determinante per ricostruire un’eventuale “sistema” nella realizzazione e gestione del Piano per gli insediamenti produttivi ad Aversa. Terremoto giudiziario in vista?
Mario De Michele