CASERTA – Il “caso Sant’Arpino” (leggi l’articolo riportato in anteprima da Campania Notizie) tiene ancora banco ad oltre tre giorni dallo svolgimento delle parlamentarie del Pd in provincia di Caserta. Il ricorso presentato da Stefano Graziano contro la ratifica dei risultati elettorali è stato rigettato dalla commissione di garanzia regionale.

Alla base del “no” la presentazione del ricorso oltre i termini perentori prescritti dall’articolo 7 del regolamento nazionale delle primarie. Graziano, infatti, avrebbe dovuto opporsi all’esito delle elezioni entro le ore 12 (il suo ricorso è pervenuto verso le 16) del giorno successivo alla proclamazione della graduatoria dei candidati da parte dell’ufficio elettorale provinciale, che a sua volta era tenuto a trasmettere l’esito elettorale entro le 14 del giorno successivo allo svolgimento delle primarie. Invece il deputato ha inviato il ricorso.

 

Per capirci meglio: i risultati dovevano essere trasmessi da Caserta a Napoli entro le ore 14 del 30 dicembre; mentre i ricorsi, in questo caso quello di Graziano, dovevano essere trasmessi alla commissione di garanzia regionale entro le ore 14 del 31 dicembre. Ma anche sui termini di presentazione del ricorso Graziano è company sostengono che siano stati adottati due pesi e due misure. Perché? L’ufficio elettorale di Caserta non avrebbe rispettato i termini imposti dall’art. 7 del regolamento nazionale.

Secondo il deputato casertano, infatti, i risultati delle primarie sarebbero stati inviati a Napoli ben oltre le ore 14 del 30 dicembre. Se la riunione della commissione elettorale di Caserta, fa notare il ricorrente, è iniziata alle 19.30 del 30 dicembre è evidente come i termini di trasmissione dei dati non siano stati rispettati. E proprio lo sforamento dei tempi avrebbe costretto Graziano a presentare il ricorso verso le ore 16 del 31 dicembre, quindi oltre l’orario prestabilito.

I probiviri regionali hanno inoltre ratificato la graduatoria dei candidati alle parlamentarie casertane escludendo dalla platea dei votanti il seggio di Sant’Arpino, come già deliberato dall’ufficio elettorale provinciale. Decisione, anche questa, contestata da Graziano.

Insomma, il “caso Sant’Arpino” è tutt’altro che chiuso. Del resto il deputato casertano ha pronto il ricorso alla commissione nazionale di garanzia, che si dovrà pronunciare nel giro di 12 ore. Ma se sul piano procedurale la partita è ancora aperta, un’altra si stata giocando sul terreno politico. Sono in corso trattative per trovare una “soluzione politica” per evitare che la vicenda santarpinese possa lasciare una macchia sulle primarie della Provincia di Caserta. Come? Con un “ripescaggio” di Graziano. Un modo per salvare capre e cavoli.

Mario De Michele

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