CASERTA – Non si smentisce mai il Pd casertano. E perde un’altra occasione, l’ennesima, per colmare il gap tra politica e cittadini. Infatti, le primarie per la scelta dei candidati alle elezioni politiche si sono trasformate da momento di partecipazione popolare in terreno di scontro al calor bianco.

Il bilancio della direzione provinciale, convocata per l’approvazione della lista degli aspiranti parlamentari, si è conclusa con un vero e proprio bollettino di guerra: il segretario Dario Abbate si è dimesso; la platea degli elettori (chi aveva votato alle primarie del centrosinistra) è “cresciuta” di oltre 3mila votanti; i renziani si sono astenuti dando l’ok soltanto alla lista dei candidati. Insomma, è successo di tutto, di più.

Ma andiamo con ordine, e vi assicuriamo che non è per nulla facile. Stamane la direzione è stata sospesa dopo forti momenti di tensione. Pomo della discordia la platea dei votanti. Dopo i traccheggiamenti di ieri sera, Abbate ha ribadito l’impossibilità, per presunti motivi tecnici, di non essere ancora in grado di fornire l’elenco completo degli elettori, scatenando la bagarre con la raccolta di firme per sfiduciare il segretario e chiederne le dimissioni. Inutile il tentativo del segretario regionale, Enzo Amendola, di riportare la calma e trovare una soluzione indolore. La direzione è stata sospesa e convocata per il pomeriggio, non più nella sede di via Maielli ma al Jolly Hotel.

Il primo colpo di scena è arrivato all’inizio dei lavori: Abbate ha rassegnato le dimissioni da segretario provinciale. Poi come d’incanto è finalmente stata tirata fuori dai cassetti la tanto agognata anagrafe degli elettori. E c’è stata un’altra sorpresa: la platea dei votanti è passata dai 33mila votanti delle primarie del centrosinistra a oltre 36mila. Tremila elettori in più. Ma come è possibile? La versione ufficiale è che si tratterebbe di persone che pur registratesi non si sono recate alle urne. Forse neanche Pinocchio avrebbe auto la faccia tosta di dire bugie così grandi. Anche un bambino capirebbe che si tratta di una platea elettorale “gonfiata” a tavolino. Da chi? Questa è una domanda che dovrebbero porsi tutti i Democratici casertani. Votare con le carte truccate danneggia soprattutto loro ed è uno schiaffo alla democrazia.

Di fronte all’ipotesi tutt’altro che remota che tutta la procedura per le primarie potesse saltare (minaccia arrivata direttamente da Roma) tutti hanno fatto buon viso a cattivo gioco, anche di fronte a numeri che destano dubbi e sospetti. Quindi è arrivato il via libera della direzione all’anagrafe dei votanti, ad esclusione dei renziani che si sono astenuti.

Superato lo scoglio della platea elettorale, la direzione ha approvato la lista dei candidati.Questi i nomi in corsa: Dario Abbate, Loredana Affinito, Francesco Capobianco, Giuseppe Caprio, Nicola Caputo, Lucia Esposito, Stefano Graziano, Carlo Marino, Giuseppina Picierno, Camilla Sgambato, Raffaella Zagaria. La gestione tecnica delle operazioni di voto è stata affidata a un coordinamento presieduto da Paolo Persico della segreteria regionale del Pd (con la supervisione di Amendola) e composto dal vicesegretario Ludovico Feole e da un rappresentante per ogni candidato alle primarie. Con Feole gestiranno il partito: Franco De Michele, Vincenzo Cappello, Giovanni Cusano, Giovanni Abbate, Falco, Centore, Passero,  Diana, Carusone, Gallo.

Escludendo il rischio dell’ennesimo commissariamento della federazione casertana dei democrat, Amendola ha annunciato che dopo le primarie sarà convocata l’assemblea per l’elezione del nuovo segretario. Sul terreno politico restano “morti e feriti”. E si allunga l’ombra di elezioni primarie falsate in partenza da brogli e numeri truccati.

Come al solito nel Pd di Caserta i conti non tornano mai.

Mario De Michele

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