Fu il comandante della stazione Rione Traiano a segnalare ai colleghi del Nucleo radiomobile che il latitante Arturo Equabile scorrazzava per le strade del quartiere in sella a uno scooter Honda SH, in mezzo ad altri due giovani: lo ha spiegato al proprio difensore, avvocato Salvatore Pane, l’appuntato dei carabinieri che venerdì scorso, durante un inseguimento, ha esploso il colpo di pistola che ha ucciso Davide Bifolco. Secondo il militare, non ci sono dubbi che in compagnia di Bifolco e di Salvatore Triunfo ci fosse proprio il latitante e non l’altro ragazzo di nome Enzo che, intervistato dai media e successivamente dal legale della famiglia Bifolco, ha affermato di trovarsi sullo scooter. Enzo, a quanto si è appreso da fonti giudiziarie, non si sarebbe a tutt’oggi presentato agli inquirenti per mettere a verbale la propria versione. Il colpo di pistola, precisa l’avvocato Pane, è stato esploso dal carabiniere con la mano destra mentre con la sinistra il militare tentava di bloccare Salvatore Triunfo, che si divincolava. L’appuntato sarebbe inciampato sul cordolo dell’aiuola colpendo al petto Davide, che si stava rialzando: la traiettoria del proiettile, infatti, sarebbe in diagonale, dall’altro verso il basso. Il fatto che l’appuntato impugnasse la pistola col colpo in canna e senza sicura, sottolinea ancora il legale, è previsto dal regolamento dell’Arma per interventi come quello di venerdì scorso.