Che vergogna. Il governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge della Regione Campania (n. 19 del 10 luglio 2012) sull’istituzione del registro tumori. Il provvedimento del parlamentino campano garantisce finanziamenti certi e non stornabili alle Asl
per istituire un registro che metta in rete i dati sull’incidenza delle patologie tumorali e copra tutta la regione, senza fermarsi alla quarantina di comuni finora raggiunti. Ma per il governo dei banchieri e dei professori la vita di migliaia di persone e la salvaguardia ambientale del territorio vengono dopo il piano di rientro del disavanzo sanitario. Incredibile.
Il registro dei tumori rappresenta un costo per la sanità campana. E quindi non va istituito. Se sale lo spread Monti e i suoi compari vanno nel panico perché le speculazioni finanziarie devono essere frenate e le lobby di cui fanno parte ci rimettono milioni di euro, mentre se ne fottono se in Campania si muore di cancro. E se la Consulta dovesse accogliere l’impugnativa del governo i nostri cari ministri saranno i primi ad esultare assieme ai camorristi che potranno continuare a lucrare sulla pelle delle persone nel silenzio delle istituzioni.
La decisione del consiglio dei ministri è stata subito condannata da Antonio Marfella. Sulla sua pagina Facebook, l’oncologo e tossicologo napoletano, come sempre non ha usato perifrasi: «È una condanna a morte per tutti i nostri figli che non potranno avere i soldi per pagarsi le cure con i “farmaci innovativi” inefficaci che questo governo impone di usare immediatamente in Campania. Il blocco della Legge è un’esplicita dichiarazione di guerra di sterminio per sei milioni di cittadini campani». Il tossicologo richiama poi i suoi concittadini alla battaglia non-violenta «contro questa politica e questo governo, nazionale e regionale. Hanno deliberato di non volerci dare giustizia per la morte dei nostri padri, mariti e mogli. Hanno deliberato di condannare al cancro i nostri figli. Siamo in guerra. E guerra di sterminio».
Caro Monti, vergognati. Cari Alfano, Casini e Bersani, che appoggiate il governo, andate affanculo.
Mario De Michele