«Non ero mai stato al museo di Capodimonte. Colpa mia, però se ci vanno (solo) 140mila persone all’anno significa che qualcosa non funziona, perché quello è un luogo strepitoso. Innanzitutto, servono i cartelli lungo la strada per indirizzare i turisti e per raccontare questo patrimonio straordinario. La gestione deve essere cambiata: io devo essere preparato a incontrare la meraviglia della cultura». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di nuovo a Napoli, a distanza di tre giorni dalla partecipazione alla “cabina di regia” su Bagnoli. In mattinata il premier ha visitato, con il ministro Dario Franceschini e accompagnato dal neo-direttore Sylvain Bellenger, il parco e il museo di Capodimonte, dove ha attraversato a piedi alcune aree verdi, salutato dagli sportivi (il complesso borbonico viene utilizzato anche per fare jogging) e dai visitatori, con alcuni si è anche fatto fotografare. Subito dopo, Renzi è giunto a Portici per la conclusione degli Stati generali del turismo in corso nel museo ferroviario nazionale di Pietrarsa, e ha annunciato un miliardo di investimenti. Imponente lo schieramento di uomini delle forze dell’ordine, con agenti chiamati a vigilare sull’area della manifestazione anche dai tetti di alcuni edifici circostanti. Renzi alle 11.44 dopo essere sceso dall’auto si è fermato a stringere la mano agli abitanti del quartiere che lo hanno accolto con un applauso, e poi il premier ha abbracciato il governatore Vincenzo De Luca. Nel corso del suo intervento, il premier ha anche affermato: «Io ritengo che sulla partita del turismo si giochi un elemento di cultura politica e di orgoglio nazionale», e ha sottolineato il divario tra nord e sud come una «anomalia»: «Non è possibile che la provincia di Bolzano abbia più turisti stranieri del sud. Un leader mondiale mi ha detto: chissà cosa c’è al Sud, quando gli ho proposto di fare un vertice… Quanto spreco di bellezza. Vinceremo la sfida del turismo passando da 50 a 55 milioni, poi andremo a 60 milioni e poi i numeri cresceranno, ma solo se riusciremo a raccontare agli italiani che turismo non è solo business, non è solo industria, è qualcosa di più: è un modo per tornare a essere innamorati di un Paese famoso nel mondo per la propria storia». Il premier è tornato a parlare anche di Bagnoli e Pompei, sottolineando la nuova strategia di comunicazione, e l’orgoglio nazionale nel promuovere il patrimonio (a margine un accenno ai lavori parlamentari, tra lunedì e mercoledì infatti «si chiuderà il percorso» della riforma costituzionale). Serve condivisione tra pubblico e privato, ha sottolineato il ministro Franceschini, che ha annunciato entro luglio la presentazione del piano strategico per il turismo. «Bisogna puntare sull’eccellenza, non su un turismo mordi e fuggi che non consuma e non lascia ricchezza, dobbiamo puntare su target alti. Dovremmo avere nei musei italiani anche i più grandi chef, e portare lì la moda italiana. C’è qualcosa di male in questo?».

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui