Appalti a Santa Maria Capua Vetere: perquisita l’abitazione del presidente del Pd campano Stefano Graziano, indagato per concorso esterno in associazione camorristica. In carcere l’ex sindaco del Comune del Casertano, Biagio Di Muro. Nove arresti in tutto. E la storia si ripete: suo padre fu condannato per tangenti e gli fu confiscato lo storico palazzo Teti Maffuccini, che ospitò anche Giuseppe Garibaldi. Ed ora, proprio intorno al restauro di quel palazzo, si scopre il giro di mazzette che travolge suo figlio. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dal Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di finanza e dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta. I reati ipotizzati a vario titolo vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta e falso ideologico. Ipotizzata anche l’aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata e in particolare il clan camorristico dei Casalesi . Nell’inchiesta sono coinvolti imprenditori, funzionari comunali e professionisti. Indagato anche il presidente del Pd campano Stefano Graziano, destinario di un decreto di perquisizione dove è ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione camorristica: perquisite le sue abitazioni di Roma e di Teverola, provincia di Caserta, e il suo ufficio di consigliere regionale al Centro direzionale di Napoli. Tra gli arrestati Biagio Di Muro, fino a dicembre 2015 sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Di Muro è in carcere insieme all’imprenditore del settore della ristorazione, Alessandro Zagaria, 30 anni, nessuna parentela con il boss Michele, l’unico però che deve rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso. Altri sette indagati tra funzionari comunali e professionisti sono agli arresti domiciliari. Arrestati anche il funzionario del Comune casertano, Roberto Di Tommaso, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari. Figura chiave nell’inchiesta della Dda partenopea – sostituti D’Alessio, Giordano, Landolfi e Sanseverino coordinati dal procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli – sarebbe, a giudizio degli investigatori, quella dell’altro indagato destinatario di ordinanza cautelare Alessandro Zagaria, accusato dalla Procura di “mantenere rapporti illeciti con esponenti politici locali, in paticolare sindaci”.

 

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