Una nuova bufera giudiziaria si è abbattuta sulla politica della provincia di Caserta, coinvolgendo esponenti di primo piano delle istituzioni locali. Tra le persone raggiunte da misure di custodia cautelare in carcere, infatti, c’è l’attuale presidente della provincia e sindaco di Alvignano Angelo Di Costanzo, il sindaco di Piedimonte Matese Enzo Cappello, il presidente del consorzio Sannio-Alifano Pietro Cappella. Ai domiciliari, tra gli altri, l’ex sindaco di Casagiove Russo. Disposti anche provvedimenti di sequestro beni. La Procura ha ricostruito un sistema volto a turbare gli appalti dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. E sono pesanti le accuse dei pubblici ministeri samaritani nei confronti degli indagati che avrebbero favorito la Termometri e altre società riconducibili all’imprenditore Luigi Imperatore, fino ai domiciliari. Nel mirino gli appalti vinti a Alvignano, Piedimonte e Casagiove oltre che quello vinto dal Consorzio Stabile Sannio-Appalti presso il Consorzi Sannio Alifano. “L’accordo de quo – scrive la Procura nella nota Stampa – si è sostanziato in un vero e proprio mercimonio di commesse pubbliche a fronte della corresponsione di denaro e altre utilità illecite ad amministratori e funzionari pubblici, i quali – grazie alla posizione ricoperta all’interno delle pubbliche amministrazioni interessate – hanno pilotato l’aggiudicazione di numerosi appalti a vantaggio del gruppo Termotetti. Con specifico riferimento agli appalti concernenti il ciclo integrato dei rifiuti, i minuziosi accertamenti – condotti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni locali, indagini finanziarie, nonché, mediante la disamina della copiosa documentazione cartacea e informatica sequestrata presso la sede del predetto gruppo societario e dei predetti enti pubblici – hanno evidenziato, infatti, come le procedure di gara per l’assegnazione del servizio di igiene urbana (raccolta, conferimento, trattamento e smaltimento) e di altri servizi collaterali, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove, siano state profondamente contaminate ab origine e in itinere, attraverso la concretizzazione dei predetti accordi, favoriti dall’intermediazione dell’ex dirigente del CUB, Francesco Raucci, esperto del settore dei rifiuti, entrato nelle fila del gruppo Termotetti col precipuo compito di elaborare e realizzare – nella qualità di coordinatore operativo della Termotetti S.a.s. di Tedesco Antonella & co. – i connotati essenziali del programma criminale finalizzato a garantire l’aggiudicazione, alla predetta società, di un numero indeterminato di procedure ad evidenza pubblica, relative all’affidamento di appalti aventi ad oggetto la gestione dei servizi di igiene urbana ed altre commesse pubbliche orbitanti nell’ambito del ciclo integrato dei rifiuti.Proprio il Raucci, infatti, su mandato dei vertici societari – Luigi Imperadore e Antonella Tedesco – si è pervicacemente ed insidiosamente ingerito nelle procedure di gara oggetto d’indagine, in quanto, antecedentemente o successivamente alla pubblicazione degli atti di gara, ha orientato – o addirittura personalmente elaborato o modificato – il contenuto degli stessi, in modo tale da creare dei veri e propri ””abiti su misura”, confezionati ad arte per valorizzare le caratteristiche e le peculiarità tecniche della società riconducibile alla famiglia Imperadore. Il tutto con la connivenza degli amministratori e dei funzionari pubblici direttamente coinvolti nelle procedure stesse o, comunque, collocati ai vertici delle amministrazioni comunali” La società si sarebbe “disposta a concedere, quale corrispettivo dell’affidamento, denaro o altre utilità. Altre utilità che spesso hanno riguardato assunzioni o promesse di assunzioni presso la Termotetti S.a.s. o altre società del gruppo, di parenti od amici dei pubblici amministratori, come accaduto, ad esempio, ad Alvignano e a Piedimonte Matese.“ L’accordo tra amministratori e imprenditori inoltre avrebbe determinato un g”rave vuluns ai principi – di matrice comunitaria – di concorrenza, trasparenza e massima partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica” Il tutto attraverso clausole ambigue e poca pubblicità con atti modificati corso d’opera per “dincentivare a partecipare”. Ma la Procura v oltre e mette nel mirino l’intero sistema degli appalti dei rifiuti in Terra di lavoro che è “caratterizzato da dinamiche profondamente illecite e penalmente rilevanti. “La designazione della società aggiudicataria – scrivono ancora i magistrati – di ogni singola gara bandita da comuni della provincia di Caserta, infatti, per un certo periodo, è stata avvantaggiata dalla configurazione di un vero e proprio accordo di cartello tra le maggiori società operanti nel settore, le quali, onde evitare di entrare in conflitto nelle varie procedure, hanno preferito stringere un vero e proprio patto di spartizione del territorio. Tale patto ha visto una suddivisione tra imprese che hanno operato in regime di oligopolio nei comuni ubicati a sud del fiume Volturno ed imprese che hanno operato, viceversa, nei comuni posti a nord del Volturno. Proprio la Termotetti S.a.s, anche grazie ai rapporti con uno dei colossi del settore, ovverosia la Impresud S.r.l. dei fratelli Iavazzi, ha iniziato ad aggiudicarsi numerosissime commesse pubbliche nell’area del matesino e dell’alto casertano. In un secondo momento, a seguito della rottura tra la stessa Impresud S.r.l. e un’altra impresa leader del settore, ovverosia, la Dhi, la Termotetti S.a.s. – con l’aggiudicazione del servizio di igiene urbana presso il comune di Casagiove (favorita proprio dall’interessamento di Francesco Iavazzi) – ha iniziato ad ottenere affidamenti in comuni ubicati a sud del fiume Volturno, accingendosi così a diventare il nuovo partner di elezione della Impresud S.r.l. ed accrescendo sempre più la sua affermazione nel settore del ciclo integrato dei rifiuti.” Per ripristinare la legalità non è bastata nemmeno la creazione della stazione unica appaltante: “nella provincia di Casetta – si legge – , il funzionamento della S.U.A. è stato negativo, soprattutto perché la composizione delle commissioni giudicatrici, anche con riferimento alle procedure demandate alla centrale unica di committenza, hanno visto l’assoluto predominio dei membri nominati dal singolo comune che, pertanto, hanno orientato le attività della S.U.A. a loro piacimento. Il pregiudizio è stato, ovviamente, massimo nelle ipotesi in cui i membri delle commissioni giudicatrici di nomina comunale fossero al corrente del meccanismo illecito alla base della predisposizione degli atti di gara e avessero il compito di salvaguardare, in seno alla S.U.A., gli interessi dell’impresa predesignata” Una nuova bufera giudiziaria si è abbattuta sulla politica della provincia di Caserta, coinvolgendo esponenti di primo piano delle istituzioni locali. Tra le persone raggiunte da misure di custodia cautelare in carcere, infatti, c’è l’attuale presidente della provincia e sindaco di Alvignano Angelo Di Costanzo, il sindaco di Piedimonte Matese Enzo Cappello, il presidente del consorzio Sannio-Alifano Pietro Cappella. Ai domiciliari, tra gli altri, l’ex sindaco di Casagiove Russo. Disposti anche provvedimenti di sequestro beni. La Procura ha ricostruito un sistema volto a turbare gli appalti dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. E sono pesanti le accuse dei pubblici ministeri samaritani nei confronti degli indagati che avrebbero favorito la Termometri e altre società riconducibili all’imprenditore Luigi Imperatore, fino ai domiciliari. Nel mirino gli appalti vinti a Alvignano, Piedimonte e Casagiove oltre che quello vinto dal Consorzio Stabile Sannio-Appalti presso il Consorzi Sannio Alifano. “L’accordo de quo – scrive la Procura nella nota Stampa – si è sostanziato in un vero e proprio mercimonio di commesse pubbliche a fronte della corresponsione di denaro e altre utilità illecite ad amministratori e funzionari pubblici, i quali – grazie alla posizione ricoperta all’interno delle pubbliche amministrazioni interessate – hanno pilotato l’aggiudicazione di numerosi appalti a vantaggio del gruppo Termotetti. Con specifico riferimento agli appalti concernenti il ciclo integrato dei rifiuti, i minuziosi accertamenti – condotti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni locali, indagini finanziarie, nonché, mediante la disamina della copiosa documentazione cartacea e informatica sequestrata presso la sede del predetto gruppo societario e dei predetti enti pubblici – hanno evidenziato, infatti, come le procedure di gara per l’assegnazione del servizio di igiene urbana (raccolta, conferimento, trattamento e smaltimento) e di altri servizi collaterali, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove, siano state profondamente contaminate ab origine e in itinere, attraverso la concretizzazione dei predetti accordi, favoriti dall’intermediazione dell’ex dirigente del CUB, Francesco RAUCCI, esperto del settore dei rifiuti, entrato nelle fila del gruppo Termotetti col precipuo compito di elaborare e realizzare – nella qualità di coordinatore operativo della Termotetti S.a.s. di Tedesco Antonella & co. – i connotati essenziali del programma criminale finalizzato a garantire l’aggiudicazione, alla predetta società, di un numero indeterminato di procedure ad evidenza pubblica, relative all’affidamento di appalti aventi ad oggetto la gestione dei servizi di igiene urbana ed altre commesse pubbliche orbitanti nell’ambito del ciclo integrato dei rifiuti.Proprio il Raucci, infatti, su mandato dei vertici societari – Luigi Imperadore e Antonella Tedesco – si è pervicacemente ed insidiosamente ingerito nelle procedure di gara oggetto d’indagine, in quanto, antecedentemente o successivamente alla pubblicazione degli atti di gara, ha orientato – o addirittura personalmente elaborato o modificato – il contenuto degli stessi, in modo tale da creare dei veri e propri ””abiti su misura”, confezionati ad arte per valorizzare le caratteristiche e le peculiarità tecniche della società riconducibile alla famiglia Imperadore. Il tutto con la connivenza degli amministratori e dei funzionari pubblici direttamente coinvolti nelle procedure stesse o, comunque, collocati ai vertici delle amministrazioni comunali” La società si sarebbe “disposta a concedere, quale corrispettivo dell’affidamento, denaro o altre utilità. Altre utilità che spesso hanno riguardato assunzioni o promesse di assunzioni presso la Termotetti S.a.s. o altre società del gruppo, di parenti od amici dei pubblici amministratori, come accaduto, ad esempio, ad Alvignano e a Piedimonte Matese.“ L’accordo tra amministratori e imprenditori inoltre avrebbe determinato un g”rave vuluns ai principi – di matrice comunitaria – di concorrenza, trasparenza e massima partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica” Il tutto attraverso clausole ambigue e poca pubblicità con atti modificati corso d’opera per “dincentivare a partecipare”. Ma la Procura v oltre e mette nel mirino l’intero sistema degli appalti dei rifiuti in Terra di lavoro che è “caratterizzato da dinamiche profondamente illecite e penalmente rilevanti. “La designazione della società aggiudicataria – scrivono ancora i magistrati – di ogni singola gara bandita da comuni della provincia di Caserta, infatti, per un certo periodo, è stata avvantaggiata dalla configurazione di un vero e proprio accordo di cartello tra le maggiori società operanti nel settore, le quali, onde evitare di entrare in conflitto nelle varie procedure, hanno preferito stringere un vero e proprio patto di spartizione del territorio. Tale patto ha visto una suddivisione tra imprese che hanno operato in regime di oligopolio nei comuni ubicati a sud del fiume Volturno ed imprese che hanno operato, viceversa, nei comuni posti a nord del Volturno. Proprio la Termotetti S.a.s, anche grazie ai rapporti con uno dei colossi del settore, ovverosia la Impresud S.r.l. dei fratelli IAVAZZI, ha iniziato ad aggiudicarsi numerosissime commesse pubbliche nell’area del matesino e dell’alto casertano. In un secondo momento, a seguito della rottura tra la stessa Impresud S.r.l. e un’altra impresa leader del settore, ovverosia, la OHI, la Termotetti S.a.s. – con l’aggiudicazione del servizio di igiene urbana presso il comune di Casagiove (favorita proprio dall’interessamento di Francesco Iavazzi) – ha iniziato ad ottenere affidamenti in comuni ubicati a sud del fiume Volturno, accingendosi così a diventare il nuovo partner di elezione della Impresud S.r.l. ed accrescendo sempre più la sua affermazione nel settore del ciclo integrato dei rifiuti.” Per ripristinare la legalità non è bastata nemmeno la creazione della stazione unica appaltante: “nella provincia di Casetta – si legge – , il funzionamento della S.U.A. è stato negativo, soprattutto perché la composizione delle commissioni giudicatrici, anche con riferimento alle procedure demandate alla centrale unica di committenza, hanno visto l’assoluto predominio dei membri nominati dal singolo comune che, pertanto, hanno orientato le attività della S.U.A. a loro piacimento. Il pregiudizio è stato, ovviamente, massimo nelle ipotesi in cui i membri delle commissioni giudicatrici di nomina comunale fossero al corrente del meccanismo illecito alla base della predisposizione degli atti di gara e avessero il compito di salvaguardare, in seno alla S.U.A., gli interessi dell’impresa predesignata”. Una pagina nera, l’ennesima in un settore delicato come è quello dello smaltimento dei rifiuti.
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