Un altro blitz della Guardia di Finanza al consiglio regionale della Campania. Gli uomini delle Fiamme gialle, una ventina a bordo di 5 auto, hanno “visitato” quasi tutti gli uffici del palazzo della Regione all’Isola F 13 del Centro direzionale di Napoli per notificare ai consiglieri una raffica di provvedimenti emessi dalla Corte dei Conti nell’ambito dell’inchiesta sui fondi per i portaborse. Gli inviti sono stati emessi dal procuratore contabile Tommaso Cottone e dai sostituti Grasso e Capalbo (il fratello di quest’ultimo ha ricevuto di recente l’incarico di capo dipartimento della segreteria generale del consiglio regionale). Entro 30 giorni i componenti del parlamentino campano devono rendicontare, carte alla mano, le modalità con cui venivano retribuiti i collaboratori. I magistrati contabili sospettano che i fondi per i portaborse non siano stati utilizzati in modo corretto e trasparente. A quanto si apprende alcuni consiglieri avrebbero versato somme in contanti mediante una semplice autocertificazione, senza alcuna tracciabilità dei flussi di denaro. Come anticipato nei giorni scorsi da Campania Notizie, si tratta di un proseguo di indagini sui fondi per i portaborse, circa 5 milioni di euro, a disposizione dei membri dell’assemblea per l’impiego di collaboratori e per le spese per beni e servizi (articolo 40, ex articolo 33, della legge regionale 18 del 2000). Stamattina i finanzieri hanno consegnato gli avvisi a comparire ai consiglieri regionali presenti in sede. Ritorneranno lunedì prossimo in occasione della seduta dell’assemblea per notificare i provvedimenti dei magistrati a tutti gli altri. L’inchiesta scattò nel luglio 2013. Ai consiglieri regionali furono indirizzati gli avvisi a rendere dichiarazioni come persone informate sui fatti. L’indagine della Corte dei Conti riguarda gli anni 2011-2012. Non si allenta la morsa della magistratura sul consiglio regionale della Campania. Intanto sale l’attesa per l’imminente conclusione dell’inchiesta, di natura penale, condotta dalla procura di Napoli sul presunto reato di peculato, contestato a 56 membri su 60 dell’assemblea campana. E dalle voci che circolano i pm sarebbe intenzionati a chiedere il rinvio a giudizio per quasi tutti i consiglieri indagati.

Mario De Michele

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