Per la sparatoria, in cui oltre a Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito prima della finale di Coppa Italia all’Olimpico, erano rimasti feriti altri due tifosi napoletani – Alfredo Esposito e Gennaro Fioretti -, è finito in carcere Daniele De Santis, detto “Danielino” o “Gastone” dagli amici, ex ultrà giallorosso di estrema destra titolare di un chiosco in viale Tor di Quinto, nei pressi del luogo in cui sono avvenuti gli scontri. L’accusa per lui è di tentato omicidio. Secondo gli inquirenti, l’ultrà romanista avrebbe fatto fuoco nel corso di una rissa scoppiata dopo che De Santis, assieme ad altre tre persone ancora da identificare, aveva provocato alcuni tifosi del Napoli a bordo di un bus con lanci di oggetti e fumogeni. L’esame dello stub su De Santis è risultato parzialmente negativo anche se compatibile con polvere da sparo. Per gli inquirenti l’uomo avrebbe agito in un commando di quattro persone. Sulla pistola è stato chiesto l’incidente probatorio e nelle scorse settimane è stato ascoltato Raffaele Puzone, il supporter napoletano che ha confermato di aver visto De Santis fare fuoco. Nel corso della sua ricostruzione però il superteste è caduto in contraddizioni. Nei confronti dei tre tifosi partenopei, il pm Eugenio Albamonte contesta invece il reato di rissa.