Il treno della revoca dell’appalto è partito. E viaggia ad alta velocità. La società Ecoce, che si occupa della raccolta dei rifiuti a Teverola, rischia grosso. Anzi, è già con un piede fuori dalla cittadina dell’Agro aversano. Lello De Rosa, responsabile dell’Area tecnica, ha già avviato la procedura per annullare la gara vinta nel dicembre 2017 dalla ditta di Giugliano quando alla guida dell’Utc c’era l’ingegnere Pietro D’Orazio. Tre anni la durata del servizio affidato alla Ecoce. Dopo una lunga serie di circostanziate contestazioni inviate alla ditta per il mancato rispetto del capitolato d’appalto l’architetto De Rosa ha preso carta e penna e ha messo nero su bianco l’inizio dell’iter burocratico che conduce dritto alla disdetta del contratto. La Ecoce potrebbe sloggiare con largo anticipo rispetto alla fine del servizio, in scadenza nel dicembre 2020. In pratica un anno prima. Oltre che alla società, De Rosa ha inviato la disposizione di avvio del procedimento di revoca anche all’assessore all’Ambiente Alfonso Fattore, al segretario comunale e alla Prefettura di Caserta.
Alla base della drastica ma necessaria decisione le gravi carenze della ditta riguardanti l’utilizzo dell’area di proprietà comunale per l’allestimento del cantiere. Viene contestato in particolare il mancato rispetto di quanto previsto dall’appalto in relazione al deposito degli automezzi e agli spogliatoi e servizi per i dipendenti. Per il responsabile dell’Area tecnica la mancata indicazione in fase di gara del cantiere inficia l’aggiudicazione dell’appalto. E sulla scorta di un’accurata indagine di mercato l’architetto De Rosa ha addebitato alla società 100mila euro per la mancata individuazione del cantiere. Il canone di locazione per un terreno di mille mq con annessi uffici e servizi igienici sarebbe ammontato a 5mila euro mensili, importo non sborsato per ben 20 mesi. E non finisce qui. Da quanto è emerso la Ecoce utilizzava sul territorio di Frignano un’area non a norma in quanto gli automezzi sostavano sotto i piloni dell’Asse Mediano di proprietà dell’Anas. La zona, sprovvista di un’adeguata pavimentazione con leganti cementizi o bituminosi, avrebbe potuto arrecare gravi danni alle falde acquifere in caso di perdita di percolato degli automezzi. Per non parlare delle condizioni di lavoro dei dipendenti costretti a respirare miasmi nauseabondi.
A spingere verso la possibile revoca, prevista dalla legge 241/1990, ci sono anche altre numerose e pesanti violazioni nell’espletamento della raccolta dei rifiuti. Tra i rilievi sollevati da De Rosa emergono inadempienze in materia di sicurezza sul lavoro e soprattutto un ingiusto utile dell’azienda dovuto alla mancata assunzione di un operatore ecologico (il quindicesimo) nel periodo dal 15 gennaio 2018 al 30 luglio 2019, come stabilito dal capitolato d’appalto. Non avendo inquadrato un dipendente Ecoce ha risparmiato 69mila euro (18 mensilità). Somma che il responsabile dell’Area tecnica del Comune di Teverola ha detratto alla società. Il totale defalcato ai danni della ditta e a favore dell’ente locale è di 169mila euro. Il procedimento di revoca dell’appalto si fonda anche sui mancati interventi straordinari di pulizia che hanno arrecato notevoli disagi ai cittadini. Insomma per la Ecoce il 2020 non promette niente di buono. E nella calza della Befana i titolari della ditta troveranno solo carbone.
Mario De Michele