É stato grazie a una sorta di libro mastro, trovato dai carabinieri durante una perquisizione eseguita nell’ambito di un’altra operazione, che si è potuto ricostruire il giro d’affari degli usurai e identificare le loro vittime. I militari hanno portato due persone in carcere e due ai domiciliari. Per l’ultimo indagato è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Quattro dei cinque componenti della banda appartengono allo stesso nucleo familiare, che risiede a Trecase, piccolo comune del Vesuviano, in provincia di Napoli. Sono accusati, a vario titolo, di usura e di esercizio abusivo di attività finanziaria. Complessivamente i carabinieri sono riusciti a identificare quindici vittime, tra cui figurano artigiani, piccoli imprenditori e finanche pensionati dello stesso Trecase: i prestiti venivano concessi con tassi superiori al 140 per cento. Tra le persone finite nella stretta degli usurai anche una signora che si è esposta a chiedere soldi per aiutare i nipoti in difficoltà. In carcere sono finiti Stefano Siano e il capofamiglia Luigi Raiola. Domiciliari, invece, per la moglie, Maria Nughetti e per la figlia, Giovanna. Per l’altro figlio della coppia, Giuseppe, è stato disposto l’obbligo di firma.