Salvatore Verde è ritenuto dagli inquirenti un elemento di spicco dei Casalesi: svolgeva le mansioni di esattore delle tangenti ed era molto vicino sia all’ala della cosca facente capo a Michele Zagaria che a quella dei “sanciprianesi” di Antonio Iovine. Nel tentato omicidio di Raffaele Della Volpe e nell’assassinio di Villano, Salvatore Verde compare tra i componenti del commando killer nel ruolo di “specchiettista”, cioé di colui che segnala la presenza dell’obiettivo da colpire. Raffaele Della Volpe subì il primo agguato nel luglio del 2001: il commando esplose contro la sua auto alcuni colpi d’arma da fuoco ma, quando si accorsero che era i compagnia di moglie e figli, decisero di rimandare l’esecuzione. Sulla strada del ritorno, in un autolavaggio di San Marcellino, il gruppo omicida – composto, tra gli altri, da Massimo Russo alias “paperino”, Giuseppe Misso alias “caricalieggio”, Vincenzo Schiavone detto “Petillo” e Francesco Bianco, soprannominato “musolino” – incrociò Nicola Villano, affiliato al gruppo di Della Volpe. Per lui non ci fu scampo: i killer, senza esitare e malgrado tentasse di rifugiarsi sotto un camion, lo assassinarono con una pioggia di proiettili esplosi da una pistola e da un mitra kalashnikov.

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