
A poco più di 15 giorni dalla presentazione delle liste e a un mese e mezzo dal voto del 23 e 24 novembre il Pd di Caserta è l’unico partito al mondo disinteressato alle candidature alle regionali, come se i nomi dei partecipanti alla corsa per un posto nel parlamentino campano fossero orpello trascurabili, quasi ingombranti. A questo punto è lecito sospettare che l’immobilismo di Susanna Camusso sia finalizzato a realizzare il suo sogno: far approdare all’edificio F13 del centro direzionale di Napoli un suo fedelissimo, a discapito del risultato elettorale dei dem di Terra di Lavoro. Il nome ufficiale su cui punta il commissario provinciale è quello di Pierluigi Landolfi ma, secondo molti, la vera speranza della senatrice sarebbe quella di far eleggere Igor Prata. Ed ecco spiegato il grave ritardo nella composizione della lista, con il puntuale rinvio a data da destinarsi del confronto sui candidati del Pd casertano alle regionali, nonostante il conto alla rovescia per il voto sia iniziato già da tempo.

Senza dimenticare un altro aspetto di non poco conto: il commissario provinciale è stato di fatto commissariato in seguito all’accordo tra Elly Schlein e Vincenzo De Luca, formalizzato con l’elezione a segretario regionale dei dem della Campania di Piero De Luca, delfino del governatore uscente e candidato unico alla guida del partito regionale. Tutti ricorderanno che originariamente Camusso era stata inviata a Caserta dalla leader nazionale per “fare piazza pulita e eliminare i cacicchi”. Poi a Roma hanno cambiato strategia dopo aver realizzato che senza i deluchiani si correva il serio rischio di perdere una regione importante come la Campania, da un decennio nelle mani del centrosinistra. Consegnare al centrodestra un territorio di 6 milioni di abitanti avrebbe avuto pesanti ripercussioni sulla Schlein e sul suo gruppo dirigente. E quindi, seppur a malincuore, si è fatto buon viso a cattivo gioco scendendo a patti con De Luca senior.
Ovviamente l’intesa con lo “Sceriffo” ha fatto saltare tutti i piani iniziali di Schlein e company. Il commissario regionale Antonio Misiani si è via via defilato per poi uscire di scena con l’indicazione di De Luca junior a leader campano. Nel Casertano, dove Camusso sarà alla guida del partito fino al congresso provinciale in programma a dicembre, il suo ruolo di commissario è stato fortemente ridimensionato. In realtà sul piano politico non ha più senso. Da quando è arrivata per mettere ordine nei democrat di Terra di Lavoro ad oggi i rapporti di forza interni sono completamente mutati. A maggior ragione ci si chiede perché la senatrice continui a cincischiare attorno alla composizione della lista del Pd di Caserta alle regionali.
“Ça va sans dire” che lo stallo sulle candidature produce un duplice effetto pernicioso: da un alto riduce al minimo la possibilità di chi scenderà in pista di svolgere una campagna elettorale a tappeto sull’intero territorio provinciale, composto da ben 104 comuni, dall’altro avvantaggia i candidati di altre liste, molti dei quali sono già in campo da un bel po’, in qualche caso da mesi. Anche un bambino comprenderebbe che la candidatura alle regionali va preparata in anticipo sia per la vastità territoriale, sia per organizzarsi materialmente, sia per mobilitare le truppe. Con 907.552 residenti la provincia di Caserta e la quindicesima in Italia per numero di abitanti. È impensabile affrontare la sfida per uno scranno nel parlamentino campano con appena un mese a disposizione.

In questa logica si inserisce l’evento di Marco Villano previsto per sabato 11 ottobre alle 18.30 al teatro Cimarosa di Aversa (foto in basso). E, ad onor del vero, se le prime iniziative organizzate dall’ex vicesindaco della città normanna potevano avere il sapore di fughe in avanti stavolta all’esponente dem, che già paga lo scotto di essere un fedelissimo di Stefano Graziano, non può essere imputato nulla. Impedirgli di attivarsi per cercare consensi a poco più di un mese dal voto significa di fatto impedirgli di candidarsi. Una conseguenza estendibile a tutti gli altri papabili della lista. A meno che, e torniamo alla premessa, la Camusso non “giochi a perdere” per far vincere un suo uomo. Un disegno letale per il Pd casertano, già in coma profondo da anni.
Mario De Michele
L’INIZIATIVA DI MARCO VILLANO













