Qui non si tratta più di incapacità amministrativa. Ora si è finiti nello strapiombo dell’illegalità sfacciata, senza ritegno. Qualche brutto segnale già era arrivato con i fondi su misura elargiti alle associazioni per le iniziative natalizie dell’anno scorso. In molti casi la cifra ricorrente incassata dai sodalizi ammontava a 4,999 euro, giusto un euro sotto la soglia dei 5mila euro che avrebbe implicato un bando per la scelta dei soggetti attuatori dei progetti. Altre sirene d’allarme sono suonate per qualche incarico professionale affidato con criteri pseudo-politici per accontentare questa o quella componente della maggioranza. Ma con l’appalto diretto a una neonata società di consulenza per la stesura dei bilanci comunali si è scavato ancora più in basso. Quando si pensava che la squadra di governo avesse toccato il fondo qualcuno ha bussato sotto i piedi. E dal sottosuolo è sbucato l’affidamento diretto di oltre 30mila euro alla GE.FIN.PA, ditta senza dipendenti attivata soltanto lo scorso maggio e rappresentata legalmente da Svitlana Vasechko, cittadina ucraina proprietaria del 100% delle quote sociali, pari ad appena mille euro (link in basso). La GE.FIN.PA ha sede a Mondragone in via Fiumara 11.

Da qualche tempo nemmeno Mondragone è una città normale. Importanti inchieste giudiziarie ruotano a noti personaggi politici del posto. La signora Svitlana Vasechko risiede a Falciano del Massico. Qui ha lavorato come dipendente comunale un funzionario che ha prestato servizio anche a Cancello Arnone, dove è in servizio a tempo indeterminato Valeria Vellone, che è a scavalco a Orta di Atella per 6 ore settimanale. L’incarico di responsabile del settore Finanziario le è stato conferito il 21 novembre dal sindaco Antonino Santillo. Per carità, il quadrilatero Mondragone-Falciano del Massico-Cancello Arnone-Orta di Atella può essere frutto di una tempesta perfetta casuale. Approfonderemo l’aspetto geografico nelle prossime puntate della nostra inchiesta. Oggi ci soffermiamo sugli aspetti tecnico-burocratici della determina adottata dalla Vellone il 13 dicembre con oggetto: “Servizio di consulenza specialistica per redazione Bilancio di previsione 2024-2026, Bilancio consolidato, Dup, Atti relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi, Rendiconto di gestione 2023” (link in basso). Dopo aver avviato sul portale acquistinretepa.it la trattativa diretta con la GE.FIN.PA per un importo complessivo di 30.500 euro iva inclusa, la funzionaria ha affidato il servizio alla ditta perché “l’offerta risulta adeguata rispetto alle finalità perseguite dalla stazione appaltante e l’operatore economico risulta in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali”.

La Vellone richiama alcuni articoli del Decreto Legislativo 36/2023, ovvero il nuovo Codice degli appalti pubblici. Fa riferimento, ad esempio, all’articolo 50, comma 1 lettere a) e b). Cosa prevede? Che “siano scelti soggetti in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali”. Per la funzionaria comunale la GE.FIN.PA possiede tutti i requisiti. Anche alla persona più in buonafede del pianeta verrebbe spontaneo chiedersi come, quando e dove una ditta attiva da 7 mesi abbia maturato “esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali”. Ancora di più se si tratta di una consulenza specialista per la stesura dei bilanci comunali. Qualora la ditta non possedesse i requisiti richiesti si paleserebbe una chiara violazione del Codice degli appalti. Anche questo aspetto lo approfondiremo in un’altra puntata.

Sul piano tecnico-contabile la determina contiene altre anomalie. Nello stesso provvedimento viene addirittura già liquidato un acconto in base a una fattura emessa dalla GE.FIN.PA. Non vi è però traccia della regolare esecuzione di una parte della prestazione. Del resto sarebbe stato impossibile. Se la ditta ha ottenuto l’appalto al momento dell’adozione della determina come avrebbe potuto svolgere la consulenza già in precedenza? In base a quale conferimento? C’è di peggio. La Vellone anticipa alla ditta addirittura il 50%. Sull’importo complessivo di 30.500 euro la GE.FIN.PA infatti ha già incassato ben 15.250 euro. Cose da pazzi. Per legge l’acconto non può superare il 20% dell’importo. Non è avvenuto nemmeno durante il Covid, quando fu portato al 30% per consentire alle imprese di fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia. Non solo. Per ottenere l’acconto su una prestazione la ditta deve depositare una polizza fideiussoria a garanzia dell’ente. Perché? Perché in caso di mancato svolgimento del servizio o di svolgimento non adeguato il comune deve essere nelle condizioni di poter recuperare le somme versate in anticipo. Nella determina non si fa riferimento alla polizza. Dunque c’è una selva oscura di atti sospetti. Da chiarire in fretta. Altrimenti si potrebbe dare adito all’ipotesi di patti scellerati tra più soggetti coinvolti. E sarebbe la fine. Anche di patetici selfie.

Mario De Michele
(continua…)

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