Quando si tuffa nel mare dell’economia sa nuotare in tutti gli stili. La finanza pubblica è pane per i denti di Francesco Boccia. Che senza sbracciate asincrone va nel merito del decreto lavoro varato dall’esecutivo Meloni. Lo critica da cima a fondo con argomentazioni basate su cifre e raffronti con i governi precedenti. Fatti, non parole. Il capogruppo del Partito democratico al Senato non esita a definire il cuneo fiscale “una menzogna, non è altro che un bonus”. E aggiunge: “Copre soltanto 5 mesi, riguarda un gruppo ristretto di lavoratori e sortisce un aumento in busta paga di appena 50 euro”. Del resto anche i governi Conte e Draghi hanno adottato misure simili, in verità più vantaggiose per le fasce deboli. “La premier Meloni – rimarca Boccia ai microfoni di Italia Notizie – mente quando dice che si tratta di provvedimenti mai adottati in passato. Quelli del governo sono interventi spot, di fronte a un’inflazione a due cifre servirebbero misure strutturali e di prospettiva”. Il numero uno dei senatori dem non usa giri di parole per demolire l’impianto del centrodestra sulle politiche del lavoro. “Portare i voucher da 10mila a 15mila euro significa premiare il lavoro a cottimo. Sono stati cancellati i limiti per l’apprendistato. Insomma – afferma Boccia – è stata spianata la strada ad una precarizzazione selvaggia che penalizza i lavoratori più deboli con la perdita di forza contrattuale e dignità”. Il capogruppo del Pd snocciola dati concreti anche sul reddito di cittadinanza, “un provvedimento che nel periodo pandemico ha aiutato 4 milioni di persone”. “Si sostituisce una misura che ha favorito i più deboli con il lavoro a somministrazione. Risultato? Precarizzazione sfrenata del mercato del lavoro”. I numeri sono impietosi. E danno ragione a Francesco Boccia. Nel mare dell’economia è come sempre a suo agio. Stile libero, dorso, rana, farfalla. Non fa differenza.
Mario De Michele
LA VIDEO INTERVISTA A FRANCESCO BOCCIA