Sediamoci intorno a un tavolo e parliamo del passato, dal 2006 a oggi, ma anche del futuro, di come si puo’ migliorare il sistema sportivo italiano. Andrea Agnelli tende cosi’ la mano a Gianni Petrucci, rispondendo al suo messaggio-invito a lasciare i tribunali e tornare a vivere in armonia. Ma con un distinguo: siamo disposti a fare un passo indietro, dice riferendosi alla battaglia legale, purche’ le regole siano uguali per tutti. ”Accolgo in pieno l’appello a serenita’ e armonia rivolto dalla massima carica sportiva italiana – esordisce il presidente della Juventus – Invece di fare un passo indietro, invito lui e anche il neo ministro dello sport, Piero Gnudi, a farne uno avanti e cioe’ a convocare un tavolo con tutte le parti interessate. Si dovra’ parlare di passato, riesaminando cio’ che e’ successo tra il 2006 e oggi, ma anche di futuro, di come cambiare alcuni meccanismi come le leggi sugli stadi, la legge Melandri sui diritti tivu’ e il codice di giustizia sportiva, argomenti che hanno creato non poche discordie. Se Petrucci chiama, io prendo l’aereo anche tra un minuto”. Agnelli ha poi fatto seguire un excursus ricordando le date principali della vicenda post-Calciopoli, a partire dall’esposto bianconero del luglio 2010, che chiedeva se la revoca alla Juventus e l’assegnazione all’Inter dello scudetto 2005-2006 fosse frutto di corrette procedure, alla lettera della Figc che parla di ”ogni determinazione” a fare luce sulla verita’ , alla relazione del luglio 2011 del procuratore federale Palazzi in cui si ribadiva l’esistenza di una ”fitta rete di rapporti tesi a condizionare il mondo arbitrale”, da addebitarsi all’Inter. ”Abbiamo atteso risposta anche per quattordici mesi – spiega ancora Agnelli – e solo quando il Consiglio federale si e’ dichiarato incompetente, abbiamo seguito vie diverse da quelle della giustizia federale, segno che anche noi, come Petrucci, crediamo fermamente nelle regole e le abbiamo scrupolosamente seguite. L’unico incontro di conciliazione convocato, pero’, ha visto presente solo il sottoscritto, mentre l’Inter ha presentato soltanto i suoi legali”. E il risarcimento milionario chiesto alla Figc? Il problema ormai e’ diventato politico – spiega ancora Agnelli – e solo Petrucci ha l’autorita’ per intervenire nella direzione giusta. ”Abbiamo accettato la serie B serenamente, rimettendoci al giudizio sportivo. Ma poi sono emersi nuovi e inoppugnabili elementi . Niente e’ piu’ nobile per l’essere umano che il riconoscere i propri errori. L’appello di Petrucci e’ pieno di buon senso e lo accolgo in pieno, ma le regole devono essere uguali per tutti”. E il processo di Napoli? Alla domanda se la Juventus potrebbe riservarsi di chiedere i danni a Luciano Moggi, Agnelli risponde cosi’: ”Aspettiamo il terzo grado. Soltanto nel campo della giustizia sportiva li abbiamo esauriti tutti. Sara’ il ‘tavolo’ il luogo giusto per chiudere e ripartire, ricordando che il calcio e’ si’ uno sport bellissimo, ma e’ anche un business da centinaia di milioni”. L’ennesima risposta negativa di un organo sportivo, il Tnas, potrebbe in qualche modo aver scoraggiato il giovane e dinamico presidente juventino? ”Non ho mai pensato nemmeno per un momento di lasciare – assicura – Non e’ nel mio Dna. Io sono uno che non molla mai, che lotta sempre. Chi mi conosce sa come mi pongo quando affronto i problemi”.