Messico-Italia 1-2. La rete messa a segno da Pirlo al 27′ del primo tempo è anche il primo gol in assoluto dell’Italia al Maracanà. Al 35esimo pareggia Hernendez: Perfetto destro di rasoterra alla sinistra di Buffon, spiazzato. A riportare gli azzurri in vantaggio ci pensa Balotelli al 33esimo del secondo tempo. Alla leggenda del ricostruito stadio dei sogni e della tragedia brasiliana si aggiunge un’altra perla.
La punizione-capolavoro con cui Andrea Pirlo ha celebrato la 100esima presenza in nazionale è una pennellata d’autore che rimane nell’album dei ricordi. Il cantautore Jorge Benjor, così amato da queste parti e fanatico del pallone, potrà comporci una canzone, Pirlo Meraviglia invece che il Fio Maravilha di una volta, intanto l’Italia balla il samba del ritorno alla vittoria, perchè non è certo quella delle riserve vista contro Haiti.
La prodezza di Pirlo al 27′ è stata anche l’introduzione al successo dell’Italia, perchè alla rete su calcio piazzato dello juventino che si ispira a Juninho Pernambucano, per la gioia dei brasiilani, si aggiunge quella dell’altro beniamino del pubblico carioca. Rio de Janeiro in questi giorni ha tributato troppe dimostrazioni d’affetto e simpatia a Mario Balotelli, e lui non poteva che lasciare il segno. Lo ha fatto andandosi a prendere, al 33′ st, un gol di prepotenza, con una sorta di scivolata sull’assist di Giaccherini, e superando Rodriguez, per poi andare a sfogare la sua gioia togliendosi la maglia: non si dovrebbe, ma come fai a non farlo dopo che hai segnato questo gol sotto il Cristo del Corcovado che si intravede nel pezzo di cielo lasciato libero dalla copertura di questo ‘tempiò e che sembra voler benedire chi sta in campo?
L’Italia torna quindi alla vittoria, a spese di un Messico modesto, che ha messo sotto pressione la selezione di Prandelli solo nei minuti finali del primo tempo, dopo aver pareggiato con il rigore trasformato dal Chicharito Hernandez. Ma i primi 45′ di questa sfida erano stati quasi tutti dell’Italia, con una supremazia territoriale a centrocampo e sulla corsia sinistra, dove Flores non riusciva a fare da argine alle folate azzurre, e con Balotelli che si rendeva due volte pericoloso nei primi 12′. Prima con un tocco a centro-area su cross di Montolivo e poi con una bella conclusione da fuori area.
Al 27′ arrivava il capolavoro: nello stadio del millesimo gol di Pelè, delle finte e dei dribbling di Garrincha e delle tante meraviglie di Zico, non poteva mancare il tocco d’artista tirato fuori dal cilindro dall’uomo oggi più atteso, la cui presenza in campo era stata sottolineata con un boato dal pubblico al momento della lettura delle formazioni. Pirlo ha ringraziato con una punizione delle sue, davvero alla ‘brasileirà, ed era evidentemente destino dovesse riuscirci proprio qui, nel teatro dei sogni di Rio de Janeiro, lo stadio stravolto e senza più un’anima popolare, ma oggetto dei suoi sogni di bambino. È stata anche la prima rete realizzata in una partita ufficiale nel nuovo Maracanà, e quindi un modo perfetto per celebrare l’ingresso nel club dei ‘centenarì azzurri.
A quel punto il Messico sembrava sul limite del Ko invece l’Italia ha avuto il torto di sprecare troppo (almeno un paio d’occasioni) con Giaccherini e di non spingere sull’acceleratore, così al 34′ il team di Prandelli pagava un errore di Barzagli, che dopo essersi fatto sfuggire Giovani lo stendeva in area. Rigore concesso immediatamente e trasformazione di Hernandez. Il primo tempo finiva così, la ripresa era meno intensa ma sempre all’insegna del calcio ‘palleggiatò. Tutto questo prima che irrompesse sulla scema lui, Mario Balotelli.
È il nuovo simbolo azzuro, e la standing ovation che gli ha tributato tutto il Maracanà al momento dell’uscita dal campo a 5′ alla fine è stata un’altra delle emozioni di questa giornata, non solo per Supermario. Un ‘bravo’ con cicchetto per Mario Balotelli da parte del ct Cesare Prandelli. «Mario la deve smettere di fare vedere i muscoli, le ammonizioni contano. Comunque bravo». Quanto ad Andrea Pirlo, protagonista di una grande prestazione condita da un gol, Prandelli aggiunge: «Per Andrea (oggi alla 100/ma presenza ocn la maglia azzurra, ndr) le parole non servono, solo un grande applauso. Lui è un esempio per tutti, lo abbiamo ringraziato prima della partita».