Doveva essere una serata tutto sommato tranquilla, ma con l’Inter mai dire mai: il presidente Massimo Moratti nel pomeriggio assicura di voler andare avanti con Ranieri sino alla fine della stagione. Ma, evidentemente, con il passare delle ore, aumentano i dubbi, e le perplessita’. Intorno alle 22 il colpo di scena: l’Inter annuncia con un comunicato ufficiale il nuovo cambio in panchina, via Claudio Ranieri, arriva Andrea Stramaccioni, 36 anni, promettente tecnico della Primavera nerazzurra.
Reduce da un trionfo europeo con i suoi ragazzi, gia’ da stamattina era sotto i riflettori e non soltanto per la vittoria contro l’Ajax. In molti iniziano a vedere in Stramaccioni il possibile sbocco a una situazione difficile, critica, quasi plumbea. La sconfitta di ieri contro la Juventus fa male, troppo per Moratti. Si riunisce il vertice della societa’: Branca, Ausilio, Filucchi si siedono attorno a un tavolo per valutare, capire e analizzare. Un incontro fiume al termine del quale nessuno dice una parola. Ma si intuisce che qualcosa sta per accadere. Un minuto dopo l’altro crescono le quotazioni di Stramaccioni, il quale ha un gran feeling con il presidente e, in una intervista di questa mattina, si diceva pronto a tutto, anche al grande salto. ”Penso di si”’: cosi’ Moratti rispondeva ai cronisti che gli chiedevano se Ranieri sarebbe rimasto sino alla fine stagione. Il presidente non sembrava, comunque, del tutto sereno e riconosceva che la sconfitta contro la Juve era stata un brutto colpo. Talmente brutto da fargli rompere ogni indugio e procedere al cambio gia’ nella serata. ”Il presidente Massimo Moratti e tutta l’Inter – si legge nella nota ufficiale del club – ringraziano Claudio Ranieri e il suo staff per la professionalita’ e l’impegno profusi con sincerita’, in questi mesi alla guida della squadra. F.C Internazionale comunica inoltre di aver affidato la squadra ad Andrea Stramaccioni, tecnico della primavera che ha vinto la prima edizione della Next Generation Series. Il piu’ grande affettuoso in bocca al lupo ad Andrea Stamaccioni che domani sara’ al lavoro con la squadra al centro sportivo Angelo Moratti. Stramaccioni e’ chiamato a una grande responsabilita’, ma anche a una sfida affascinante. Forse il suo entusiasmo e la sua freschezza possono ridare vigore a una squadra che appare opaca e spenta. La sua ‘filosofia’ la riassume con semplicita’: ”L’ho detto anche ieri, a fine gara, e ci tengo a ripeterlo oggi. Arrigo Sacchi, coordinatore delle’ nazionali giovanili – racconta – prima del match mi ha tenuto al telefono tantissimo per darmi sostegno e anche indicazioni. Questa manifestazione ha una importanza che va al di la’ del club di appartenenza. L’Italia c’e’, ha e sforna giocatori, e questo e’ un grande patrimonio. Forse, l’assenza di una squadra riserve rende piu’ grande il fossato, il divario tra le prime squadre e le formazioni primavera. Ma in Italia ci sono tanti giovani bravi”. Stramaccioni parla a lungo di Moratti che ieri lo ha seguito nella sua avventura europea, un segnale evidente di una scelta che stava gia’ maturando: ”Il presidente mi ha proprio emozionato. Quello che mi ha detto un attimo prima e poi a fine gara lo tengo per me. Posso dire che per me Moratti rappresenta il calcio, e il fatto che mi abbia abbracciato con quella verve e’ stato davvero bello e unico”. E poi parole importanti: ”se Moratti chiama io rispondo sempre”. Insomma, c’e’ entusiasmo e voglia di rialzarsi stringendosi attorno a una figura nuova e vincente dell’Inter. Soprattutto, Moratti vuole ripartire dopo la sequela di risultati sciagurati ottenuti con Ranieri in panchina. Quella contro la Juventus e’ l’ultimo di una serie di brutti colpi. Dopo un ottimo esordio, l’Inter firmata da Ranieri aveva perso smalto e vigore: battuta dal Napoli (Coppa Italia), dal Lecce, dalla Roma per 4-0, dal Novara, dal Bologna, dal Marsiglia in Champions, dal Napoli al San Paolo. Un pareggio con il Catania il 4 marzo, una vittoria contro il Chievo il 9, e l’ennesima batosta nella gara di ritorno contro il Marsiglia (2-1), un mediocre 0-0 contro l’Atalanta, per arrivare a ieri: 2-0 contro la Juve. Per Moratti e’ stato troppo.